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Miano, Masseria Cardone e Marano: il gruppo dello spaccio al rione Sanità aveva 3 canali di approviggionamento

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Era Antonio Giglio il regista, secondo la Procura, dell’intensa attività di spaccio nel che aveva la sua base nel rione Sanità a Napoli. L’altro giorno la polizia ha arrestato 14 persone. Tra questi c’era, appunto, Antonio Giglio, descritto come “promotore, dirigente ed organizzatore”. Dal complesso delle indagini condotte, dunque, consecutivamente per circa un anno (novembre 2019-novembre 2020), emerge un’associazione operativa nel quartiere delta Sanità, guidata da Giglio Antonio, dedita ad una fiorente attività di spaccio di sostanze stupefecenti di tipo leggero (principalmente hashish), che si avvale, infatti, della collaborazione del cognato Colonna Salvatore (marito della sorella Giglio Nadia), a capo di una propria ed autonoma piazza di spaccio, per soddisfare le richieste di acquisto di cocaina avanzate dai propri clienti.Le indagini sono partite in seguito al controllo di un soggetto il 16.11.2019, trovato in possesso di gr. 7,94 di hashish.

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Il giovane riferì agli inquirenti  di essere un abituale assuntore di sostanza stupefacente del tipo hashish e solo alcune volte di marijuana, che acquistava dallo stesso fornitore contattandolo su un’utenza mobile alla quale rispondeva una donna, che gli indicava il luogo d’incontro per la consegna della sostanza stupefacente, cui provvedeva materialmente un uomo.

L’utenza del fornitore, come si evince dai tabulati telefonici acquisiti, risultava attivata ed
originariamente intestata dal 2.11.2018 a Giglio Antonio e dal 15.2.2019 a Cotugno Luigi (padre di Mariarca, mamma di Giglio Antonio) ed era particolarmente operativa (784 contatti telefonici con dati utili, 169 utenze che interagivano tra loro ed una durata complessiva di traffico voce di 5 ore e 26 minuti, con chiamate in uscita per 66 volte al numero  intestato ad uno straniero, ma in uso a Rizzo Roberto).

Il Covid non fermò lo spaccio

Il gruppo, nonostante le restrizioni provocate dalla pandemia Covid-19 in atto, non arrestò
mai la propria attività, rivolgendosi – grazie al supporto di corrieri, appoggi volanti e custodi  a tre diversi canali di approvvigionamento (il primo a San Giovanni a Teduccio, il secondo tra il quartiere “Miano” e la “Masseria Cardone dal c.d. gruppo di Scomess ed il terzo a Marano di Napoli), che gli assicurano la “roba” senza soluzione di continuità.

L’associazione, nonostante il monito dì recarsi agli appuntamenti con i consumatori con un
ridotto quantitativo di stupefacente al fine di limitare le perdite in caso di controllo della polizia ed evitare il fermo dei pusher, subiva numerosi arresti dei propri sodali, perseverando ciononostante nello svolgimento dell’illecita attività con un ritmo serrato, sostituendo il galoppino tratto in arresto, cui assicurava adeguata assistenza legale.

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