Home Sport Rebus modulo e 110 milioni a marcire in panchina. Mazzarri, che combini?

Rebus modulo e 110 milioni a marcire in panchina. Mazzarri, che combini?

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Il Napoli lascia Milano con zero punti e con tanti dubbi su ciò che poteva essere e non è stato. Se è vero da una parte che la squadra di Pioli non meritasse la vittoria, dall’altra è anche vero che non si può regalare più di un tempo all’avversario con un atteggiamento tattico che non si vedeva dagli anni immediatamente precedenti al fallimento.

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Mai così rinunciatari dai tempi del Professor Scoglio

Per trovare un Napoli così rinunciatario dal primo minuto di gioco bisogna riavvolgere il nastro e tornare a quasi 21 anni fa. Era il 10 marzo del 2003 e gli azzurri allenati da Franco Scoglio si presentavano al Ferraris per affrontare la Sampdoria: il Professore, in crisi di risultato e di gioco, si giocava la panchina e sapeva che un altro passo falso avrebbe fatto scattare quasi automaticamente l’esonero. Così decise di coprirsi, ma lo fece a tal punto che in sostegno alla prima Dionigi vi fosse un quantomai spaesato Francesco Montervino.

Mazzarri col 5-4-1, a Milano come con la Samp nel 2003

Anche in quel caso si optò per il 5-4-1 (perchè definire difesa a tre quella utilizzata a San Siro da Mazzarri, è un’offesa all’intelligenza del tifoso medio) ed anche in quel caso il Napoli uscì allo sconfitta. Per la cronaca il Napoli perse 2-0 (reti di Bazzani e Flachi) e poche ore dopo il match Scoglio fu esonerato e sostituito da Franco Colomba che portà il Napoli ad una sofferta salvezza, appena un anno prima del fallimento. Fallimento, appunto, come non può essere definito diversamente il rendimento fuori casa degli azzurri, capaci di vincere soltanto a Bergamo lo scorso novembre, ma soprattutto capaci di non segnare manco un gol nelle ultime quattro uscite lontane da Fuorigrotta.

In panchina c’erano 110 milioni e non Pasino e Montezine

Tante analogie con quel brutto periodo, ma diverse le responsabilità dei tecnici. Scoglio aveva una squadra zeppa di prestiti e calciatori a fine corsa e guardando chi sedeva in panchina, al massimo riusciva a scorgere lo sguardo di un Pasino o di un Montezine. Non aveva certamente in dote i vari Lindstrom, Ngonge, Raspadori e Politano, pagati oltre 110 milioni di euro e costretti a girarsi i pollici in panchina, in nome della prudenza.

Dal 5-4-1 al 4-2-4 passando per il 4-3-3 e finendo non si sa come…

Quando Mazzarri si è reso conto di dover cambiare è stato troppo tardi. Positivo l’inserimento di Matteo Politano, in grado di dare verve ai avanti e di Lindstrom, che comincia finalmente a dare segnali di vita, a dispetto di Jack Raspadori che non riesce proprio a dare un senso a questa stagione. Se non altro, con loro tre in campo ed il ritorno prima al 4-3-3 e successivamente il passaggio ad un più spregiudicato 4-2-4 aveva messo il Napoli nelle condizioni di essere pericoloso e sfiorare il (meritato) pareggio.

Mazzarri in confusione totale

A spezzare la spinta del Napoli e a rendere vano l’arrembaggio finale, ci ha pensato ancora una volta il tecnico di San Vincenzo, quando ha utilizzato l’ultimo slot per mandare in campo anche Cyril Ngonge nonostante non vi fosse spazio in avanti nemmeno per uno spillo. E così il belga si è trovato a prendere il posto di Juan Jesus, andando ad ingolfare la corsia destra che con Di Lorenzo e (soprattutto) Politano stava mettendo alle strette la difesa del Milan, quando sarebbe stato più saggio inserire l’altro belga presente in rosa. Dendoncker per Anguissa, per esempio, avrebbe consegnato al Napoli una soluzione in più per le palle alte, che continuavano a spiovere nell’area di rigore milanista, dove il Napoli presentava soltanto piccoletti (Politano, Kvaratskhelia, Raspadori, Lindstrom).

Ed ora che scusa accamperà?

Insomma, per Mazzarri la serata di ieri può essere considerato il punto più basso da quando ha fatto ritorno a Napoli. Se possibile anche peggio della disfatta di Torino, considerando che, eccezion fatta per Osimhen e Mario Rui, l’allenatore aveva tutti a disposizione.

Da domani avrà a disposizione anche il norvegese ed il portoghese, a questo punto c’è da chiedersi quale scusa accamperà in caso di nuova disfatta?

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