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«Se li è cantati», la telefonata incastra i carabinieri dopo la rapina a Napoli

«Se li è cantati», la telefonata incastra i carabinieri dopo la rapina a Napoli
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«Quello si è cantato i carabinieri». Sono queste – riporta Il Mattino (qui l’articolo)- alcune delle intercettazioni effettuate nel corso delle indagini sulla rapina commessa il 21 gennaio del 2019 all’esterno dell’ufficio postale a Napoli. Nel corso di una telefonata uno degli indagati, parlando al telefono con la sorella e inconsapevole di essere intercettata, si lascia scappare una frase che non lascia spazio a dubbi. Una frase che ha contribuito, infatti, ad incastrare i due militari dell’Arma di Casoria.

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L’arresto dei due carabinieri

Rapina alla Posta a Napoli, catturati i tre banditi. A sorpresa però si scopre che due di loro erano carabinieri. E’ quanto avvenuto due anni fa a Napoli e adesso, a distanza di mesi, si è risaliti ai responsabili. Ieri mattina i poliziotti hanno arrestato A. L., A. V. ed A. T., gli ultimi due militari dell’Arma dei Carabinieri. Sono ritenuti gravemente indiziati di rapina aggravata e sequestro di persona.

Il 21 gennaio 2019 è stata perpetrata una rapina ai danni di quattro persone appena uscite dall’Ufficio Postale di corso Meridionale a Napoli. In particolare, due uomini in abiti civili, ma muniti di una palina ed una cartellina identiche a quelle in uso alle forze di Polizia, dopo essersi qualificati come appartenenti all’Arma dei Carabinieri, hanno fermato e controllato i quattro. Questi ultimi avevano appena effettuato alcune operazioni postali appropriandosi del contante, di titoli e dei telefoni delle vittime, per un ammontare di circa 15mila euro.

All’esito della complessa attività di indagine sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza sui presunti autori materiali della rapina che sono da individuarsi nei due militari dell’Arma dei Carabinieri i quali sono stati coadiuvati nell’attività organizzativa da A.L.  A quest’ultimo è stato contestato anche il reato di estorsione in quanto si è appropriato del denaro di un suo conoscente ultrasessantacinquenne minacciandolo di ritorsioni se non avesse adempiuto alle sue richieste, millantando molteplici conoscenze nelle forze dell’ordine e negli enti previdenziali.

 

 

 

 

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