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Stese, agguati e l’omicidio alle Salicelle: ad Afragola è guerra tra due gruppi

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L’omicidio di Ferdinando Tagliaferri avvenuto la scorsa notte al rione Salicelle di Afragola rappresenta l’apice di uno stato di tensione che da settimane caratterizza l’hinterland di Napoli (leggi qui l’articolo). Il 47enne è stato freddato con un unico colpo alla schiena che non gli ha lasciato scampo: è deceduto poche ore dopo l’agguato presso l’ospedale Cardarelli. Il suo omicidio, e il condizionale è d’obbligo in questi casi, sarebbe riconducibile alla guerra scoppiata nell’ultimo periodo per il controllo dei traffici illeciti nella zona. A fronteggiarsi due sodalizi, uno riconducibile alla vecchia gestione dei Moccia e capeggiata da un noto personaggio che dopo essere stato scarcerato avrebbe ripreso in mano le redini del suo gruppo. Dall’altro lato ras emergenti che hanno la loro roccaforte proprio nelle Salicelle e che, forti degli introiti derivanti dalla vendita su strada di sostanze stupefacenti, spingerebbero per ottenere maggiore autonomia. Sull’omicidio della scorsa notte indaga la squadra mobile supportata dagli uomini del commissariato di Afragola.

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La situazione ad Afragola: ci sono due gruppi in guerra

Un mix esplosivo che, ben prima dell’omicidio di Tagliaferri, aveva avuto modo di manifestarsi attraverso stese e ferimenti. A partire da quello di Salvatore Caccavale detto ‘o criminale, elemento indicato come vicino ai Moccia, che lo scorso 31 dicembre è rimasto ferito ad una gamba: ha raccontato di essere rimasto vittima di un tentativo di rapina, tesi che non ha affatto convinto le forze dell’ordine considerati i suoi precedenti. Successivamente vi sono stati degli spari contro l’attività commerciale di una donna, sorella di quello che al momento viene indicato come uno dei reggenti dei due sodalizi in lotta (il raid è avvenuto in via Tevere a Casoria, ai limiti con via Oberdan ad Afragola) per finire con il ferimento di Luca Autoriello lo scorso 10 gennaio. Senza dimenticare che solo qualche giorno fa è stato rinvenuto, nella vicina Cardito, un ordigno imbottito di chiodi metallici (leggi qui l’articolo). Due le bombe rinvenute dai carabinieri una delle quali presentava un ‘cuore’ di chiodi metallici la cui esplosione avrebbe potuto uccidere e sfregiare chiunque fosse rimasto nel raggio di 100 metri. Per comprendere la potenza di questi ordigni basta fare un salto temporale nel maggio del 2019, quando a Lione, in Francia, più di dieci persone furono ferite dai chiodi sparati a velocità impressionanti dopo la deflagrazione di un congegno simile.

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