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Omicidio al Magic World:«Quella volta che i Di Lauro chiesero aiuto alla Scissione»

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L’omicidio del Magic World come spartiacque della guerra tra organizzazioni criminali dell’area nord. Non tutti sanno però che proprio in quell’occasione il clan Di Lauro chiese aiuto proprio ai ‘nemici’ degli Amato-Pagano per convincere la vedova di Nunzio Cangiano (la vittima, ucciso perchè passato proprio nel fronte scissionista) a ritrattare le accuse contro Mario Buono ‘Topolino e Carlo Capasso, futuro collaboratore di giustizia.

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A svelare il retroscena furono Biagio e Carlo Esposito. «Ricordo che un giorno vennero a Melito Antonio Di Lauro e Luigi Petrone, suo cognato, per chiederci un favore. Eravamo presenti io, Giacomo Migliaccio detto ‘a femmenella, Antonino D’Andò, Carmine Cerratodetto Takendò e Mariano Riccio, genero di Pagano Cesare. Eravamo in un appartamento di via Cicerone, alle Palazzine e ci chiudemmo in ima stanza da letto. Di Lauro venne con un biglietto scritto da Marco Di Lauro in quel momento capo del clan, e chiedeva se potevamo rintracciare la moglie e il figlio di Cangiano per farli presentare in udienza atto scopo di non accusare Mario Buono e Carlo Capasso in quanto noi del clan sapevamo che a commettere l’omicidio di Cangiano erano stati loro due». Il resto è storia, la donna infatti fu poi convinta a ritrattare le accuse.

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