Era svincolato dopo le ultime stagioni trascorse tra Gragnano e Turris, ma non vedeva l’ora di ricominciare a correre sulla fascia sinistra. Raffaele Perinelli, il 21enne ammazzato questa notte a Miano con una coltellata al cuore, non stava passando il suo miglio momento calcistico, ma da qualche giorno aveva ricominciato a sorridere.
Appena due settimane fa la sua ex società, la Turris, era stata condannata a risarcirlo per 3050 euro, dopo che il terzino aveva portato in tribunale la società corallina per alcune pendenze economiche.
La decisione fu assunta dopo gli accertamenti condotti dalla Procura Federale, cui la Commissione Accordi Economici aveva trasmesso gli atti in virtù del disconoscimento – da parte del calciatore – delle quietanze liberatorie prodotte dal club.
Perinelli non ha però avuto il tempo di incassare la cifra disposta dal tribunale, visto che, per motivi ancora da accertare, ha trovato la morte nella notte tra sabato e domenica, probabilmente al culmine di una lite.
