Home Cronaca Omicidio Cesarano, la Cassazione ribalta tutto: non ci fu premeditazione

Omicidio Cesarano, la Cassazione ribalta tutto: non ci fu premeditazione

Nei riquadri da sinistra Luigi Cutarelli e Antonio Buono
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Sentenza annullata con riferimento all’aggravante della premeditazione con rinvio per nuovo giudizio ad altra sezione della Corte d’Appello di Napoli per rideterminare la pena. E’ questa la decisione della Corte di Cassazione per Luigi CutarelliAntonio Buono e Ciro Perfetto. condannati per l’omicidio di Genny Cesarano, il giovane vittima di una ‘stesa’ in piazza Sanità, il 6 settembre 2015. La Suprema Corte ha escluso che quella sera vi fosse premeditazione accogliendo in pieno le argomentazioni difensive dei legali dei due giovani facenti parte del clan Lo Russo (l’avvocato Domenico Dello Iacono per Cutarelli, Enrico Di Finizio per Buono, Annalisa Senese per Perfetto).

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Le rivelazioni del pentito sull’omicidio Cesarano

I legali hanno puntato il ricorso sull’esatta ricostruzione di quella terribile sera. I difensori infatti hanno evidenziato che i ragazzi partirono sugli scooter dopo che un gruppo di ragazzi vicini a Pietro Esposito si era recato all’esterno del bar Mexico di via Miano proferendo insulti a Carlo Lo Russo all’epoca reggente del gruppo di Miano. Mariano Torre, all’epoca uno dei colonnelli del boss, fin dal suo pentimento ha sempre chiarito che come prima reazione istantanea e istintiva Lo Russo diede incarico di andare alla Sanità e di cercare Pietro Esposito. Mancando l’elemento cronologico, base della premeditazione, la Cassazione ha accolto il ricorso dei legali. Cadendo la premeditazione ed essendo un processo con rito abbreviato la pena in corte d’Appello dovrebbe scendere dall’ergastolo a una pena intorno ai vent’anni.

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