Home Cronaca Cronaca nazionale Omicidio Serena Mollicone, la svolta del caso: decisa la riapertura del processo 

Omicidio Serena Mollicone, la svolta del caso: decisa la riapertura del processo 

Serena Mollicone
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Colpo di scena nel caso dell’omicidio di Serena Mollicone, la 18enne di Arce che fu trovata morta nel 2001 dopo due giorni dalla sua scomparsa, i giudici della Corte d’Assise d’appello di Roma hanno deciso di riaprire il procedimento. Accoglie quindi la richiesta della Procura Generale che ha anche proposto di sentire le testimonianze di 44 persone.

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La scomparsa di Serena Mollicone 

Era il primo giugno del 2001 quando famiglia e gli amici di Serena Mollicone hanno perso le sue tracce. Due giorni dopo, il tre giugno, il suo cadavere fu ritrovato in un “boschetto” a circa otto kilometri dal suo paese Arce (Frosinone). La triste scomparsa della ragazza si infittisce e diventa ancora più cruda. Negli anni infatti si sono susseguite ipotesi e perfino l’arresto di un innocente, la quale scarcerazione ha riaperto i dubbi sulla caserma del paese.

Dopo sedici anni il corpo di Serena da’ infatti indizi sull’accaduto; morta di asfissia per una busta sulla testa, la giovane porta in realtà i segni di svariate contusioni. Da una delle autopsie successive è infatti emerso che nella tempia della giovane fossero presenti delle schegge di legno, compatibili con quelle della porta della caserma dei Carabinieri di Arce. Il caso in questo modo si infittisce se si considera che l’unico ad aver raccontato che la giovane quel pomeriggio del primo giugno fosse andata in caserma fu Santino Tuzi. Quest’ultimo era uno dei carabinieri di Arce, trovato misteriosamente suicida anni dopo.

Le accuse 

Nel mirino dell’accusa sono quindi finiti: l’ex Comandante della stazione dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, il figlio Marco, la moglie Annamaria e il maresciallo Vincenzo Quatrale, che sono accusati di concorso in omicidio. Quatrale è anche accusato di istigazione al suicidio del brigadiere Tuzi.

Più di un anno fa però, nel processo di primo grado del luglio 2022, il tribunale di Cassino aveva smontato le accuse per i cinque imputati, ovvero il maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, la moglie Annamaria ed il figlio Marco, tutti accusati di omicidio, oltre che per il luogotenente Vincenzo Quatrale, accusato di concorso in omicidio e per l’appuntato Francesco Suprano, accusato invece di favoreggiamento.

La decisione della Corte d’Assise 

Nel secondo grado però la Corte d’Assise romana ha scelto, nell’udienza in programma il 20 novembre, di ascoltare tutti i consulenti delle parti e poi, in base a quanto emergerà, anche eventuali testimoni. Tra quelli indicati dall’accusa c’è il luogotenente Gabriele Tersigni, ex comandante della stazione dei carabinieri di Fontana Liri, al quale il brigadiere Santino Tuzi, morto suicida nel 2008, aveva consegnato le proprie rivelazioni dopo gli interrogatori effettuati nello stesso anno.

Secondo l’accusa la testimonianza dell’ex brigadiere risulterebbe particolarmente significativa anche considerando che, nel processo di primo grado, i giudici avevano scelto di non coinvolgerlo.

Sono contento, molto contento. Anzi speriamo si faccia molta più luce, perché avere preclusioni? Noi siamo contenti, molto contenti” queste le parole di Antonio Mollicone, zio di Serena. Mentre Sandro Salera, legale della sorella di Serena, Consuelo, ha rimarcato che “non è così frequente la riapertura di un processo”. Questo è successo perché, come pare, “la Corte vuole rendersi conto dell’attendibilità” relativa proprio alla sentenza di primo grado.

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