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Omicidio Tortora ad Acerra, il killer-pentito: “Carico di coca e 40mila euro per ucciderlo”

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Colpo di scena nel processo per l’omicidio di Pasquale Tortora, noto come ‘o stagnar avvenuto nel maggio di due anni fa. Durante l’ultima udienza davanti alla Seconda Sezione della Corte di Assise di Napoli, in cui sono imputati Alessio Galdiero (collaboratore di giustizia) e Angelo di Palma, accusati di essere gli esecutori materiali dell’omicidio c’è stata una grande novità.

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Di Palma, infatti, con una mossa a sorpresa ha deciso nel corso della pausa estiva un cambio di strategia, optando per il cambio del collegio difensivo. Ora si è affidato al penalista Dario Carmine Procentese con l’intento di arginare la furia dichiarativa del coimputato Galdiero, il quale, nei verbali resi alla Direzione Distrettuale Antimafia nell’aprile scorso, non solo ha accusato il di Palma di essere colui che ha materialmente esploso i colpi d’arma da fuoco ai danni di Tortora ma ha anche tirato in ballo due distinti cartelli criminali, che secondo il pentito, erano egemoni nel comune di Acerra e di Afragola.

Il delitto Tortora, stando alle dichiarazioni del collaboratore, avrebbe sigillato un alleanza tra i due gruppi. Secondo la ricostruzione di Galdiero l’omicidio avrebbe dovuto fruttare ai due killer 40.000 più un pacco di cocaina da poter smerciare liberamente. Il processo a carico dei due è stato rinviato al 28 settembre per il controesame di Galdiero.

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