Home Cronaca Omicidio Zinco, chiesto l’ergastolo bis per il boss Giannelli

Omicidio Zinco, chiesto l’ergastolo bis per il boss Giannelli

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Niente sconti. La Procura invoca la conferma di tutte le condanne inflitte in primo grado
a ras e gregari dei clan Giannelli e Cutolo in relazione all’omicidio di Rodolfo Zinco ‘o gemello, delitto avvenuto nel 2015. Come anticipato da Il Roma nei giorni scorsi chi rischia maggiormente è il boss Alessandro Giannelli indicato come mandante e coesecutore e che già nel marzo scorso si era visto infliggere la pena dell’ergastolo (leggi qui l’articolo precedente). Questa la richiesta del procuratore generale nel processo che si sta svolgendo presso la Corte d’Assise d’Appello di Napoli (IV sezione). Pena che adesso rischia di vedersi confermata. Per quell’omicidio è imputato anche il ras dei Cutolo Patrizio Allard, che grazie all’esclusione della premeditazione in primo grado era riuscito a evitare il carcere a vita, rimediando 30 anni di reclusione. Maurizio Bitonto invece, difeso dall’avvocato Rocco Maria Spina, nonostante la richiesta iniziale del pubblico ministero all’ergastolo rimediò ‘solo’ vent’anni.

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Giannelli tirato in ballo da Genny Carra

A parlare per primo di quel delitto il pentito Genny Carra che rivelò che «la decisione di uccidere Zinco è partita da me per motivi di rancore risalenti all’epoca della Vecchia Alleanza Flegrea. Ci riunimmo per 2 settimane con Giannelli e con Antonio Calone, affiliato al clan Cutolo anche se conserva l’egemonia sulla zona di Posillipo, per preparare l’omicidio. Giannelli era favorevole perché doveva dividere con Zinco al 50% i proventi delle attività illecite della zona di Cavalleggeri, Bagnoli e Agnano e riteneva che Zinco non si comportasse bene».

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