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Operaio di Cardito morto mentre lavorava: condanne confermate in Appello per 2 imputati

Operaio di Cardito morto mentre lavorava: condanne confermate in Appello per 2 imputati
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A distanza di oltre 13 anni si è definito innanzi la I Sezione penale della Corte di Appello di Napoli il processo a carico di Assene Aniello, 65 enne di Sant’Antimo accusato, in concorso con Cirillo Giovanni del 1971, di omicidio colposo per inosservanza delle norme in materia di sicurezza sul lavoro.

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Era il 22.9.2010 quando l’operaio Ciaramella Angelo, di Cardito, venne trovato morto nel cortile del cantiere perché precipitato dal primo piano di uno stabile in ristrutturazione a Grumo Nevano alla via Semonelli. Cirillo, condannato in primo grado, non ha interposto appello, era il datore di lavoro e titolare dell’impresa C & C costruzioni srl, mentre l’Assene era il direttore dei lavori e coordinatore per la sicurezza del cantiere.

Ai due veniva contestato l’omessa adozione delle cautele previste per tale tipologia di lavori, ed in particolare l’assenza di dispositivi individuali di sicurezza, il non aver istallato parapetti di protezione e non aver redatto il piano di sicurezza. Gli imputati vennero condannati entrambi dal G.M. del Tribunale di Napoli Dott. Paola Coronella alla pena di un anno e due mesi di reclusione con pena sospesa, ma il solo Assene, tramite i difensori avv. Marzocchella e Piccirillo propose l’impugnazione su cui si è pronunciata la Corte di Appello partenopea.

In sintesi la difesa dell’imputato provava a sostenere che Ciaramella, in via del tutto autonoma e senza alcuna autorizzazione, la mattina del 22.9.2010 si era recato sul cantiere al fine di recuperare degli attrezzi e sarebbe precipitato dal primo piano battendo la testa. Contro tale ricostruzione militava l’esito dell’accertamento degli ispettori ASL intervenuti sul posto, che avevano rilevato le orme delle scarpe dell’uomo su un tappetino di guaina bituminoso che era in corso di realizzazione, e le testimonianze raccolte, secondo cui l’uomo era da tempo impegnato a lavorare sul cantiere, sebbene i lavori risultassero sospesi.

La Procura Generale, rappresentata dalla Dott. Maria Aschettino, ed i difensori di parte civile per conto delle sorelle di Ciaramella Angelo, rappresentate dagli avv.ti Giuseppe Tuccillo del Foro di Napoli e Luigi Del Prete del Foro di Napoli Nord, hanno insistito per il rigetto dell’appello e la conferma di quanto stabilito in primo grado. La Corte ha confermato integralmente la sentenza di primo grado condannando l’imputato alle ulteriori spese ed oneri processuali riservando un termine di 90 giorni per il deposito delle motivazioni.

 

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