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Orge e sesso senza precauzioni, perde chi resta incinta: si chiama ‘Sex Roulette’ la nuova pericolosa sfida social

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La nuova challenge che sta influenzando vari giovani si chiama “Sex Roulette”. La sfida social consiste in alcuni atti al limite della moralità e della prevenzione sanitaria. Al fine di partecipare al gioco bisogna prestarsi al sesso non protetto con più persone sconosciute contemporaneamente senza utilizzare alcuna protezione. Resta fuori chi rimane incinta.   

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Giochi perversi: sesso senza protezioni 

La Procura della Repubblica di Brescia dopo essersi imbattuta in alcuni episodi particolari ha deciso di aprire delle indagini. Sesso con sconosciuti e rapporti non protetti simboleggiano i capisaldi di una nuova e presunta sfida che per l’appunto sprona la Procura a fare chiarezza. Gli ultimi due casi si sono verificati in Lombardia e sulla base della loro articolazione si insedia la possibilità che vi sia una rete oscura e fitta di organizzazioni che prediligono attività poco coscienziose di questo tipo.

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L’immoralità non si proietta soltanto sulla scelta di prestarsi al sesso occasionale in quanto vi sono altre prerogative che consentono l’accesso o l’esclusione dalla sfida. Lo scopo del gioco infatti è quello di avere più rapporti possibili senza precauzioni e di non restare incinta. Nel caso in cui si concretizzasse quest’ultima possibilità la donna in questione verrebbe tagliata fuori. Per il momento i casi rintracciati emanano ancora una frequenza limitata e circoscritta. I casi mappati si crede siano predisposti da un’organizzazione web. I canali di comunicazione risulterebbero gruppi Telegram e WhatsApp.

Le parole di Ivano Zoppi

“Nel momento in cui ci sono giunte le due segnalazioni abbiamo immediatamente deciso di aprire un’indagine. La mediazione del web può essere devastante per numerose persone. Il cyberbullismo deve essere fronteggiato. Una ragazzina è già rimasta incinta dopo questa sfida. Per quanto riguarda la seconda segnalazione per fortuna era solo un falso allarme”. Questo il discorso di Ivano Zoppi della Fondazione Carolina, onlus costituita in memoria di Carolina Picchio, vittima del cyberbullismo.

“Non parlerei per il momento di una vera e propria emergenza. Questo però non significa che non bisogna stare attenti e controllare casistiche e parametri. Sussiste sicuramente un’organizzazione dietro questi incontri in quanto è strano ritrovare vari casi simili di ragazzine sui 14/15 anni in attesa. Che siano entrate per loro volontà in questi gruppi o per assecondare il fidanzatino bisogna intervenire. E’ necessario comprendere le motivazioni che spingono i giovani ad entrare in questi circoli, quale elemento li fa sentire così vivi dinnanzi a dei pericoli seri come il sesso non protetto e se ciò potrebbe essere motivato da un mondo adulto che spesso non gli presta le giuste attenzioni”. Così conclude Ivano Zoppi.

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