Home Cronaca “Escobar a Napoli aveva un’importante succursale della droga”, parla il nipote

“Escobar a Napoli aveva un’importante succursale della droga”, parla il nipote

Hancienda Napoles e Pablo Escobar
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Pablo Escobar è sempre stato molto legato alla città di Napoli. Il giornalista del Corriere della Sera, Andrea Galli, ha intervistato a Nicolas Escobar, nipote del narcos colombiano. “La sua immensa tenuta a Doradal, in Colombia, si chiamava Hacienda Nápoles perché a Napoli aveva collocato un’importante succursale del traffico di droga”. Secondo alcuni sarebbe stato proprio il padre di Nicolas, ossia il fratello maggiore di Pablo, Roberto, a tradire il signore della droga. Nicolas sposa un’altra versione: “La madre di Pablo (sua nonna) lo consegnò alla giustizia affinché lo ammazzassero”.

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Pablo Escobar continua a far danni anche dopo la morte, i suoi ippopotami devono essere abbattuti

Gli ippopotami di Pablo Escobar sono aumentati negli ultimi decenni, tanto che potrebbero costituire un rischio per la biodiversità della Colombia. Gli animali vennero illegalmente in Colombia negli anni Ottanta. Tutto per allestire lo zoo privato dell’ex re dei narcos. Gli scienziati stanno chiedendo di abbattere i pachidermi acquatici prima che spazzino via la flora e la fauna locale. Escobar aveva allestito anche un enorme zoo nella sua vasta tenuta-fortezza – la Hacienda Nápoles. Ecco che a Doradal, nel dipartimento di Antioquia, arrivarono rinoceronti, elefanti, giraffe, ippopotami ed altri animali esotici.

Il narcos venne ucciso nel 1993 dopodiché molti di questi animali vennero trasferiti e altri morirono. Gli ippopotami vennero abbandonati anche a causa degli elevati costi e dei problemi logistici legati trasporto. I vari tentativi del governo di controllarne la popolazione sono falliti. Infatti oggi si stima che solo negli ultimi otto anni il loro numero sia cresciuto da 35 a 65-80 esemplari.

LO STUDIO SUGLI IPPOPOTAMI 

Secondo uno studio degli scienziati pubblicato sulla rivista Biological Conservation  potrebbero arrivare a quota 1.500 entro il 2035. “Credo che sia una delle più grandi sfide delle specie invasive nel mondo”, ha commentato Nataly Castelblanco-Martínez, ecologa dell’Università di Quintana Roo in Messico e autrice principale dello studio.

L’idea di abbattere gli ippopotami suscita, già, critiche da parte della popolazione locale che considera gli animali residenti permanenti. Oggi l’ex Hacienda di Pablo Escobar è un parco tematico. Dunque gli animali circolano liberamente nei suoi 3mila ettari, contribuendo così all’indotto economico locale generato dal turismo.

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