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Bambino di 5 anni rischia di morire soffocato, salvato da un infermiere napoletano

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Aveva stretto una fascetta al collo per gioco, così stava perdendo la vita un bambino di cinque anni salvato da un infermiere napoletano di passaggio nella stradina in cui si stava per consumare un vero e proprio dramma. “L’ho visto steso per terra, immobile, vicino a lui la madre che urlava disperata: ho pensato che suo figlio fosse morto“, ha raccontato Pasquale De Rosa, infermiere napoletano in servizio nel reparto di geriatria nell’ospedale Santa Croce di Fano.

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Si trovava lì per caso, ma il suo intervento è stato determinante. L’episodio si è verificato ieri, intorno alle 12, quando il piccolo, inconsapevole del pericolo, aveva stretto al collo una fascetta rigida in uso agli elettricisti, impossibile da riaprire dopo averla stretta. “Sul suo volto – racconta De Rosa – erano già evidenti tutti i segni del soffocamento“, ma la sua prontezza ha permesso di evitare il peggio. Pochi secondi che sono sembrati un’eternità.

Come riporta l’edizione odierna di Leggo, l’infermiere ha chiesto l’aiuto dei vicini: “Un coltello, portatemi un coltello, ho gridato con tutto il fiato. Avevo provato a inserire due dita sotto la fascetta, per allentare la stretta sul collo del bambino, ma mi sono subito accorto che, insistendo, avrei ottenuto l’effetto contrario“. Non un intervento semplice. Le forbici arrivate prontamente si sono rotte, poi il coltello con cui è riuscito a liberare il piccolo, figlio di due giovani immigrati.

«Oltre che resistente – prosegue De Rosa – la fascetta era quasi entrata nella carne e con il coltello rischiavo di fare male al bambino, allora ho usato le mie dita per proteggere il suo collo. Al limite mi faccio male io, ho pensato, e dopo un po’ sono riuscito a tagliare quella specie di cappio terribile. Il bambino ha ripreso a respirare»

L’hanno ricoverato, ma ora le sue condizioni non destano preoccupazioni particolari. Resteranno per parecchio tempo i segni di ciò che è accaduto, sarà ancora più tenace il ricordo della tragedia sfiorata. «Era destino che dovessi passare di lì, perché in realtà non era nei miei programmi», conclude De Rosa. Aveva infatti deciso all’improvviso di cambiare percorso, mentre passeggiava insieme con i suoi due figli, un nipotino e il cognato. La persona giusta al momento giusto, l’infermiere trentaquattrenne. Come cinque anni fa a Senigallia, dove salvò la vita a un bambino che stava soffocando a causa del cibo andatogli di traverso.

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