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Pastiera napoletana, storia e leggenda del dolce tipico di Pasqua: la regola delle sette strisce

Pastiera napoletana tra storia a mito di Napoli
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La pastiera è un dolce tipico della cucina napoletana povero ma ricco di sostanza. Non c’è tavola di Pasqua in Campania senza pastiera. E’ il dolce che incarna lo Spirito Santo e festeggia il risveglio della terra che si rinnova. La pastiera è un dolce leggendario e presenta tanti miti, risalenti al passato di Napoli dalla sirena Partenope al Re Ferdinando di Borbone.

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Il mito della Sirena Partenope sulla Pastiera

La pastiera è un dolce leggendario nato dal mare, infatti, Partenope aveva scelto come dimora il Golfo di Napoli. Incantava tutti con il suo canto. In segno di devozione le furono portati sette ‘doni’: la farina che raffigura il simbolo della ricchezza; le uova, simbolo di fertilità e riproduzione. La ricotta, assimilabile all’abbondanza; il grano, spezie, fiori d’arancio e zucchero accostati ai meravigliosi profumi della Campania e che suggeriscono l’accoglienza a tutti i popoli d’Oriente e d’Occidente. La sirena, poi, in segno di ringraziamento per averla accolta e amata, mescolò il tutto per la creazione del dolce.

Pasqua senza pastiera a Napoli non esiste

Sulla pastiera venne attribuito un altro mito inerente al mare: si dice che le giovani mogli di pescatori, per chiedere il ritorno dei loro mariti sani e salvi dal mal tempo portarono in una cesta gli ingredienti del dolce. Durante la notte, dal movimento delle onde nacque la prima pastiera.

Un dolce che porta allegria: la pastiera ed il rapporto con la moglie del re Ferdinando di Borbone

La moglie del re Ferdinando di Borbone, la regina Maria Teresa di Savoia viene soprannominata come ‘la regina che non ride mai’. La ricetta originale del dolce napoletano è nato in un convento a San Gregorio Armeno, nel ‘700, dove una suora decise di abbinare gli ingredienti, simbolo di Pasqua, alla ricotta. Tra le prime ad assaggiare la sua pastiera, ci fu la moglie del re, non proprio famosa per la sua simpatia e mangiando il dolce sorrise per la prima volta in pubblico. Anche il re stupito a quell’episodio, affermò: ”Per veder sorridere di nuovo mia moglie, dovrò aspettare la prossima Pasqua”.

La regola delle sette strisce

Il processo di preparazione di una pastiera è lento. Richiede, infatti, almeno due giorni. Caratteristica importante è che a ricoprire la pastiera ci devono essere solo sette strisce, tre in un verso e quattro in un altro così da creare rombi perfetti. Sono sette poichè si vuole far riferimento al numero di doni portati alla sirena Partenope e sette come i quartieri del centro storico di Napoli: i tre decumani e i quattro Cardini della città antica.

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