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Spari in carcere, il ras Peluso sotto sorveglianza: «Pericoloso per la sicurezza penitenziaria»

Spari in carcere, il ras Peluso sotto sorveglianza: «Pericoloso per la sicurezza penitenziaria»
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E’ stato sottoposto a sorveglianza particolare Alessio Peluso, il ras di Abbasc Miano autore della sparatoria avvenuta nel carcere di Frosinone (leggi qui l’articolo). Il decreto che stabilisce la nuova misura per il 28enne di Miano è stato notificato in mattinata dalla direzione del carcere di Rebibbia. Secondo l’ordinamento penitenziario il regime di sorveglianza particolare prevede restrizioni al trattamento e ai diritti dei detenuti ritenuti pericolosi per la sicurezza penitenziaria. In base all’articolo 14 bis possono essere sottoposti a regime di sorveglianza particolare per un periodo non superiore a sei mesi, che può essere prorogato più volte, ma ogni volta in misura non superiore a tre mesi, i detenuti che con i loro comportamenti compromettono la sicurezza negli istituti penitenziari, quelli che con la violenza o le intimidazioni impediscono le attività degli altri detenuti, quelli che nella vita penitenziaria mettono in stato di soggezione altri detenuti. La notizia arriva a poche ore di distanza dalle dichiarazioni di un agente della penitenziaria che aveva ammesso di aver portato la pistola in carcere raccontando che suo figlio era tenuto sotto ostaggio (leggi qui l’articolo).

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L’articolo precedente: Una vendetta dietro gli spari in carcere a Frosinone

Sarebbe stata una ‘vendetta’ per un pestaggio subito. Quella di Alessio Peluso, giovane ras di ‘Abbasc Miano’, contro un gruppetto con cui avrebbe avuto un diverbio. E’ questo il retroscena della clamorosa sparatoria avvenuta un mese e mezzo fa nel carcere di Frosinone dove Peluso, conosciuto negli ambienti criminali con l’appellativo di ‘o nir, avrebbe esploso dei colpi di pistola contro altri detenuti. Tra loro anche un narcos degli Amato-Pagano. Arma che, molto probabilmente, sarebbe giunta dietro le sbarre portata da un drone (leggi qui l’articolo di lancio). Per quella vicenda è giunto dalla Procura di Frosinone un avviso di conclusione di indagini a carico di Mario AvolioBlerim SulejmaniGenny EspositoMarco Corona e Andrea Kerkanaj e a firma del sostituto procuratore Adolfo Coletta.

La vendetta di Alessio Peluso dopo il pestaggio subito

I cinque sono indagati per sequestro di persona pluriaggravata e concorso in lesioni personali perchè durante il periodo di apertura delle celle e di libero passeggio dei detenuti avrebbero con atteso l’arrivo di Peluso trattenendolo all’interno di una cella e chiudendo la stessa. Non solo. Alcuni di loro avrebbero presidiato il passaggio impedendo agli altri detenuti di accedervi e ritardando l’intervento degli agenti della penitenziaria. Da lì sarebbe scattata una rissa con Corona, Esposito e Kercanaj che si sarebbero avventati contro Peluso provocandogli lesioni gravi tra cui la frattura dello zigomo. Un vero e proprio pestaggio con il ras di Miano che, nei giorni successivi, avrebbe cercato di vendicare con la clamorosa sparatoria in carcere.

Tra le persone coinvolte l’ex braccio destro di Rosaria Pagano: è un narcos degli Amato-Pagano

Tra i profili più noti emerge quello di Mario Avolio, conosciuto con l’appellativo di ‘o ciurar. Ex braccio destro di Rosaria Pagano, Avolio è indicato da diverse informative come un elemento di punta del clan Amato-Pagano. Avolio nel 2018 è stato condannato a vent’anni di reclusione. Dopo la rottura dai capi del gruppo di Melito avrebbe poi creato un proprio sottogruppo criminale specializzato nell’importazione di cocaina e hashish. Una personalità, quella di Avolio, di assoluta valenza criminale, tanto che quando Cesare Pagano era in Spagna da latitante Avolio sarebbe stata una delle poche persone a sapere dove si trovasse il capo degli Scissionisti.

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