Home Attualità e Società Pensioni, ok all’aumento dal 1 gennaio 2023 ma non varrà per tutti

Pensioni, ok all’aumento dal 1 gennaio 2023 ma non varrà per tutti

Pensioni, ok all'aumento dal 1 gennaio 2023 ma non varrà per tutti
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Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha firmato il decreto che dispone, a partire dal 1 gennaio 2023, un adeguamento pari a +7,3% delle pensioni dei cittadini. Lo si legge in una nota secondo cui l’aumento, come previsto dalla normativa vigente, è stato calcolato sulla base della variazione percentuale che si è verificata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 3 novembre 2022.

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Maxi-aumento delle pensioni in vista, con il solo trattamento minimo che balza di quasi 500 euro in un anno. Ma, attenzione, la rivalutazione degli assegni previdenziali per tenere il passo dell’inflazione non è per tutti.

Visto il caro-energia degli ultimi mesi, è una cifra che non si vedeva da decenni: +7,3%, in considerazione dei dati Istat disponibili fino al 3 novembre scorso. Sono cifre di non poco conto: se si prende il solo trattamento minimo, si passa da 525,38 a 563,73 euro ovvero circa 38 euro in più al mese, quasi 500 euro all’anno considerando le tredici mensilità. Alla luce del funzionamento del meccanismo della perequazione, e del fatto che su questi importi non c’è prelievo Irpef, è sì un aumento secco che rappresenta quasi una mensilità in più. Ma non vale per tutti.

I trattamenti non salgono tutti della stessa entità. La rivalutazione si applica infatti in quote differenti, a seconda delle fasce di reddito:

  • 100% dell’inflazione, ovvero in misura piena, per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo;
  • 90% dell’inflazione per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo;
  • 75% dell’inflazione per le pensioni oltre 5 volte il trattamento minimo.

In sostanza, la percentuale del 7,3% diventa qualcosa di meno con il crescere dell’assegno. Da 2.102 a 2.627 euro (ossia, tra quattro e cinque volte il minimo) si passa al 6,57% (il 90% del 7,3%) e al di sopra si scende al 5,475% (il 75% del 7,3%). Senza considerare che, ovviamente, a questi livelli di reddito subentra poi il prelievo marginale dell’Irpef.

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