Proprio in quel momento è partita una macchina che li ha portati al Policlinico Umberto I che oggi, riporta Il Mattino, racconta sulle loro pagine social la storia dei due piccoli. Si attiva in brevissimo tempo Laura De Vito, medico della direzione sanitaria, e tutto il suo team. I bambini vengono immediatamente ricoverati nella Terapia intensiva pediatrica a cura di Paola Papov, dove sono rimasti fino al 17 maggio. Dopodiché li hanno trasferiti in gastroenterologia pediatrica seguiti dal team di Marina Aloi. I neuropsichiatri infantili hanno approfondito l’aspetto neurologico mentre grazie alla dedizione di nutrizionisti e dietisti è stata creata una dieta personalizzata per ciascuno di loro. E, in pochissimo tempo, Pietro e Paolo sono stati rimessi in sesto. La cura e l’attenzione non si sono limitate al solo aspetto medico.
Cinque infermieri si sono alternati per prendersi cura di loro 24 ore al giorno. Questo ha portato i due bambini ad avere sempre più fiducia col passare dei giorni. “Se all’inizio evitavano di guardare negli occhi, con il tempo e grazie all’affetto ricevuto, la loro fiducia è cresciuta e si sono lasciati andare anche agli abbracci – raccontano dall’Umberto I – Il piccolo Pietro, nonostante avesse quattro anni all’arrivo in pronto soccorso non era in grado neppure di camminare. Col tempo e con l’aiuto di fisioterapisti ha imparato a farlo, ad andare sul monopattino e anche a ballare“. Ad aiutare i due bimbi anche i volontari dell’Arvas.
Anche grazie alla testimonianza di Debora Porfiri, assistente sociale del Policlinico, oltre che all’insieme di indagini svolte dalle forze dell’ordine che hanno confermato il grave stato di abbandono dei piccoli e di irresponsabilità totale dei genitori, è stata revocata loro la patria potestà. Per i due bambini si è cercata una casa famiglia in cui potessero vivere, crescere e divertirsi come dovrebbero fare due bimbi. Il 6 luglio, così, è stato il giorno del grande salto e hanno lasciato l’ospedale.
Il più grande è andato subito nella nuova casa, mentre il piccolo Pietro è stato sottoposto a un delicato intervento in neurochirurgia pediatrica per ridurre tutte quelle raccolte di sangue causate dalle percosse subite negli anni, che pressavano sul suo cervello e ne compromettevano la vista e altre funzioni. Oggi i due bimbi sono adottabili: la scorsa settimana sono tornati al Policlinico per una visita di controllo e la loro salute, sottolineano i medici, “è notevolmente migliorata“. “Questa – precisano dall’Umberto I – è la storia di una lotta e di una rinascita, resa possibile grazie allo spirito di sacrificio, collaborazione e abnegazione al lavoro”.