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Lettere d’amore “farcite” di droga, massima allerta nelle carceri di Poggioreale e Secondigliano

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Tagliata in lamine sottilissime oppure ridotta in polvere, Nascosta tra lettere d’amore di mogli, fidanzate, mamme e sorelle. I tentativi di introdurre droga nelle carceri di Poggioreale e Secondigliano non conoscono limiti e così anche le missive private diventano un mezzo per far giungere in cella sostanze stupefacenti destinate allo spaccio e all’uso personale dei detenuti.

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Gli agenti della polizia penitenziaria che ogni giorno ispezionano pacchi, plichi, buste e lettere varie si sono ritrovati dinanzi a tentativi ingegnosi – ma anche ingenui – di far giungere, insieme alle parole di affetto, una dose di hashish o marijuana. In lamine sottili di hashish nascoste tra le pagine di una lunga lettera o in briciole sul fondo della busta, così parenti e affini dei detenuti cercano di far giungere droga nelle mura impenetrabili dei due penitenziari napoletani. Molti sono i tentativi scongiurati dalla Polizia Penitenziaria, ma i tentativi sono oggettivamente troppi da contrastare.

Negli ultimi anni si sono moltiplicati i sequestri di droga tra sala colloqui e ventre del carcere. Scambi di scarpe, ripieni alimentari, passaggi sottobanco sono solo alcuni dei metodi utilizzati dai parenti dei detenuti per “consegnare” il carico di droga (e cellulari), escamotage che “costringono” gli agenti della penitenziaria a tenere il passo con la fantasia dei pusher improvvisati che, spesso, vengono scoperti e catturati dai baschi blu.

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