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Politica, camorra e cemento a S. Antimo: inflitti 243 ai Puca-Verde-Ranucci, condannati anche i 3 fratelli Cesaro

Politica, camorra e cemento a S. Antimo inflitti 243 ai Puca-Verde-Ranucci, condannati anche i 3 fratelli Cesaro
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Nella tarda serata di ieri è arrivata la sentenza nel processo ‘Antemio’, che vedeva come imputati imprenditori e politici di Sant’Antimo. Arrivano in primo grado le condanne a carico dei tre fratelli Antimo, Raffaele e Aniello Cesaro, ma anche per alcuni esponenti del comune alle porte di Napoli.

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Per concorso esterno in associazione camorristica, ecco le condanne: dieci anni e sei mesi per Aniello Cesaro; 11 anni e per Antimo Cesaro; 10 anni e sei mesi per Raffaele Cesaro. Passa la linea della Procura di Napoli, a proposito delle presunte infiltrazioni mafiose del comune alle porte di Napoli.
Terza sezione penale, presidente Elvira Russo, a latere Alessandro Cananzi e Luana Romano, spicca l’assoluzione di Corrado Chiariello, ex candidato sindaco, assistito dagli avvocati Marco Natale e Ivan Filippelli.

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L’INCHIESTA ANTEMIO

A quattro anni dagli arresti con 56 misure cautelari, si chiude con 21 condanne il processo in cui erano imputati anche i tre fratelli dell’ex parlamentare di Forza Italia Luigi Cesaro nell’ambito dell’indagine della Dda su presunti accordi politico-mafiosi nel comune di Sant’Antimo. I giudici hanno inflitto 11 anni di reclusione ad Antimo Cesaro, che doveva rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio aggravato. A 10 anni e 6 mesi di reclusione per concorso esterno sono stati condannati Aniello e Raffaele Cesaro. Il verdetto è stato emesso dai giudici della III sezione penale presieduta da Elvira Russo che ha firmato il dispositivo.

L’ex senatore di Forza Italia Luigi Cesaro è a giudizio separatamente nell’ambito dello stesso procedimento. La sua posizione fu stralciata perché, all’epoca dei fatti, protetto dall’immunità parlamentare sia sul piano cautelare che per l’utilizzabilità di alcune intercettazioni. Per lui, all’epoca del blit del Ros, pendeva una richiesta di arresto con un pentito che lo accusa di essere “l’interfaccia del clan Puca”. Nell’ottobre del 2022 l’ex senatore era finito agli arresti domiciliari non essendo più parlamentare, ma nel dicembre del 2021 la Giunta per le immunità aveva votato no.

Il boss Pasquale Puca incassa 5 anni e 6 mesi; Luigi Abbate, 5 anni e 6 mesi; Cesario Bortone, 13 anni e otto mesi; Nello Cappuccio, 11 anni e 5 mesi e Francesco De Lorenzo, 16 anni e sette mesi (entrambi ex consiglieri comunali); Raffaele Di Lorenzo, 8 anni e 7 mesi; Francesco Di Spirito, 10 anni e 5 mesi; Raffaele Femiano, 11 anni e 10 mesi; Ferdinando Pedata, 4 anni; Camillo Petito, 15 anni e 2 mesi; Lorenzo Puca, 13 anni e 6 mesi; Luigi Puca (classe 1962), 11 anni; Luigi Puca, classe 1995, 11 anni e 6 mesi; Alessandro Ranucci, 9 anni e 3 mesi; Filippo Ronga, 13 anni e 8 mesi; Agostino Russo, 15 anni e 9 mesi; Francesco Scarano, 13 anni e 4 mesi. Condannato a 13 anni e 10 mesi l’ex capo dell’ufficio Tecnico Claudio Valentino. 

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