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“Precedenti? Fino a ieri ero incensurato”, le prime dichiarazione di Messina Denaro al 41bis

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Dal momento in cui i carabinieri del Ros lo hanno catturato nella clinica palermitana in cui si curava – dopo 30 anni di latitanza – il capomafia di Castelvetrano sarebbe apparso sempre tranquillo. Non avrebbe neppure rinunciato alle battute in carcere, dove si trova per la prima volta. “Fino a stanotte ero incensurato. Poi non so che è successo”, avrebbe risposto Messina Denaro a chi gli chiedeva i suoi precedenti per la compilazione della scheda anagrafica.

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A una domanda sulla residenza avrebbe detto sorridendo di non averne mai avuta una. E in carcere Messina Denaro non avrebbe chiesto giornali, libri né altro. All’aeroporto di Boccadifalco il boss avrebbe anche solo chiesto carta e penna per scrivere un appunto: “I carabinieri del Ros e del Gis mi hanno trattato con grande umanità”.

Matteo Messina Denaro ha indicato la propria nipote, l’avvocato Lorenza Guttadauro, come legale di fiducia. Lo ha annunciato la stessa penalista, che è figlia della sorella del boss, Rosalia, e di Filippo Guttadauro. Il nonno paterno è lo storico boss di Brancaccio, Giuseppe Guttadauro. Il primo “impegno” processuale di Messina Denaro è in programma domani, quando si terrà, nell’aula bunker di Caltanissetta, un’udienza in cui è imputato per le stragi mafiose del ’92, di Capaci e Via D’Amelio.

Tra oggi e domani si terrà intanto l’interrogatorio di garanzia di Giovanni Luppino, 59 anni, l’uomo arrestato lunedì mattina insieme con il boss. Luppino, commerciante di olive, agricoltore di mestiere, incensurato, è l’uomo che aveva accompagnato l’ex latitante in auto alla clinica Maddalena di Palermo.

E nel piccolo paese dell’ultimo nascondiglio del superboss la gente ora dice, col senno di poi, di averlo forse intravisto per strada: “Questo viso non mi era del tutto nuovo”, risponde adesso qualcuno.

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