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«I preti portano i soldi alla suocera del boss», i verbali del pentito che inguaia i Contini

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Le edicole votive presenti tra il Rione Amicizia, San Giovanniello, Ponti Rossi e Arenaccia rappresentano un simbolo di ostentazione del potere del clan Contini, colonna portante dell’Alleanza di Secondigliano. Oltre ad essere luoghi di ‘pellegrinaggio’ degli affiliati per testimoniare la loro fedeltà, sono manufatti che simboleggiato il potere della cosca sul territorio. Tre giorni fa i carabinieri hanno effettuato il sequestro di numerosi manufatti abusivi su mandato dei pm della Dda di Napoli, Ida Teresi, Alessandra Converso e Antonella Serio (leggi qui l’articolo).  Le indagini sono state avviate a seguito del sequestro di tre statue sacre del ‘600 (precedentemente collocate nella dismessa Chiesa “Santissima Maria del Rosario” di via San Giovanni e Paolo) rinvenute nella pratica disponibilità delle famiglie mafiose Mallardo-Bosti-Contini e in particolare nella suocera dei boss Eduardo Contini, Francesco Mallardo e Patrizio Bosti, l’88enne Anna Maglieri che risulta indagata. Oltre la Maglieri risultano inscritti nel registro degli indagati Carmela Aieta, Maria Aieta, moglie del boss Edoardo Contini, il ras Ettore Bosti, figlio del boss Patrizio Bosti,  Vincenzo Cardillo, Antonio Cristiano, Gennaro De Luca, Angelo Gotti, Antonio Granato e il ras Pietro Licciardi.

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Le dichiarazioni del pentito Teodoro De Rosa sulle edicole votive dei Contini

Nel complesso sono stati oltre 50 i manufatti oggetto di indagine. Nel decreto di fermo anche le dichiarazioni del pentito Teodoro De Rosa, ex ‘colonnello’ del clan Contini che in un verbale del 6 luglio ha ricostruito ai pm il valore simbolico delle edicole nonchè il ruolo assunto dal clan nella gestione delle stesse e delle processioni religiose:«La mamma delle Aieta non solo ho la sua cappella ma raccoglie anche i soldi di diverse cappelle (gestite da altri boss) site a San Giovanni e Paolo e in parte dei Ponti Rossi; le sue “cappelle” corrispondono in realtà alle chiese di San Giovanni e Paolo, Piazzo Ottocalli e Ponti Rossi. Poi c’è una cappella dello Madonna dell’Arco e di vari Santi sotto casa dello mamma delle Aieta. Non ricordo il nome ma lo conosco bene. In quest’ultima cappella ci sono le statue di tre santi oltre o quello dello Madonna dell’Arco, e la donna gestisce proprio la funzione detta “dei tre Santi”. I tre Santi appartengono alla chiesa di San Giovanni e Paolo; mentre le statue delle altre cappelle sono fabbricate dai singoli referenti. Le tre statue sono state date alla donna dai vari preti di San Giovanni e Paolo. La donna gestisce direttamente il giro dei soldi raccolti in occasione di qualsiasi funzione, come battesimi, matrimoni, comunioni. Spiego: il prete impone una determinato cifra agli interessati e poi consegna i soldi allo madre delle Aieta. Questo donna gestisce tutto quello che ruota attorno alle attività delle chiese, si occupa della manutenzione e delle pulizie. I preti passano i soldi allo signora: lo so per diretta conoscenza. Addirittura la donna ho le chiavi delle chiese; si sono fatti anche appuntamenti di camorra in queste chiese: uno volto io stesso ho accompagnato Patrizio Bosti per un appuntamento con Giuseppe Ammendola nella chiesa di Son Giovanni e Paolo».

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