Home Cronaca Processo per l’omicidio Maimone, secretata la lista dei teste: rischio condizionamento

Processo per l’omicidio Maimone, secretata la lista dei teste: rischio condizionamento

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Il pubblico ministero antimafia Antonella Fratello ha deciso di non divulgare i nomi dei testimoni convocati per la prossima udienza nel processo in corso a Napoli per l’omicidio dell’aspirante pizzaiolo Francesco Pio Maimone.

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Questa scelta è stata probabilmente motivata dalla volontà di evitare possibili condizionamenti, considerati i precedenti riscontri negativi. Durante udienze precedenti, i testimoni hanno mostrato atteggiamenti poco collaborativi, con un caso di sospetta falsa testimonianza che ha portato a un’indagine e all’assegnazione di un avvocato d’ufficio.

Pochi giorni fa le minacce a mezzo social nei confronti dell’amico della vittima, il ragazzo che quella maledetta notte di un anno fa era assieme al pizzaiolo ucciso per errore a Mergellina. Ieri mattina, invece, una catena “di non so e non ricordo”, da parte del titolare di uno degli chalet teatro del delitto di un 19enne estraneo alle bande criminali. Quanto basta a spingere il pm a compiere un atto abbastanza raro, anche in un tribunale dove sono diversi i processi per fatti di camorra: il pm Antonella Fratello ha infatti deciso di secretare la lista di testimoni che di volta in volta saranno chiamati in aula a confermare le accuse e le ricostruzioni messe nero su bianco nella fase preliminare delle indagini.

Pizzaiolo ucciso, teste incriminato durante l’udienza

Colpo di scena al processo in corso a Napoli sull’omicidio dell’aspirante pizzaiolo Francesco Pio Maimone: il testimone, titolare di uno degli chalet che si trovano nei pressi del luogo nella tragedia, è stato incriminato dalla Corte di assise per falsa testimonianza durante l’udienza, a causa del suo comportamento omissivo nel corso dell’escussione. “Non ricordo di aver detto questo”, “riconosco le persone in foto, avevano preso una birra ma non hanno partecipato alla lite”, “non so chi ha partecipato al litigio della scarpa” e “alcuni erano clienti assidui”. Riguardo al presunto assassino di Maimone, Francesco Pio Valda, il testimone, Giovanni Nacarlo, titolare dello chalet Agostino, ha riferito di averlo visto per la prima volta il giorno della lite, scoppiata per un pestone su un paio di sneakers firmate.     Secondo quanto ha riferito un agente della Polizia scientifica durante l’udienza in corso, il colpo che ha ucciso Francesco Pio Maimone è stato esploso da una distanza di 15 metri e non in aria.

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