sabato, Luglio 19, 2025
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Professore all’Università e ingegnere a Napoli, sequestrati 870 mila euro

Un docente universitario è finito al centro di un’indagine della Guardia di Finanza di Napoli e della Corte dei Conti della Campania per illegittima attività extra istituzionale. A condurre l’inchiesta sono stati i finanzieri del Comando Provinciale di Napoli che hanno ricostruito e quantificato un danno erariale di circa 900.000 euro, dall’anno 2012 all’anno 2015, sofferto dall’Università degli Studi «Federico II» di Napoli perché un suo docente ordinario, in regime di tempo pieno, ha indebitamente percepito compensi da attività libero professionale quale ingegnere, in assoluta incompatibilità con lo status di docente ordinario.

L’inchiesta, condotta insieme con i finanzieri della Compagnia di Portici (comandata dal capitano Raffaella Frassine), ha permesso anche di accertare un ulteriore danno pubblico scoperto comparando le somme percepite come stipendio nella sua qualità di professore a tempo pieno e quelle che invece gli sarebbero spettate a titolo di professore a tempo definito. Un’opzione, quest’ultima, che anche se esercitata non avrebbe attenuato le responsabilità del docente in quanto gli incarichi ricevuti, nella maggior parte dei casi, incardinano attività totalmente incompatibili con lo status di dipendente pubblico. Il professore, pubblico dipendente, ha stipulato atti di donazione a favore dei figli finalizzati al depauperamento dell’integrale componente immobiliare del suo patrimonio.

E così la Corte dei Conti ha emesso nei confronti dell’accademico un «invito a dedurre con contestuale richiesta di sequestro conservativo ante causam». Inoltre è stato disposto il sequestro precisamente di 871.408,52 euro che il professore aveva su conti correnti, libretti di depositi e polizze, di un’imbarcazione da diporto a motore di lunghezza pari a 12,21 metri iscritta alla Capitaneria di Porto di Viareggio, nonché di qualsiasi credito, assegno, indennità di buona uscita o Tfr e somme a qualunque titolo dovute da amministrazioni e società pubbliche al docente.

Significativa, per i magistrati, la passiva posizione dell’amministrazione di appartenenza (danneggiata), che non ha messo in atto nessuna attività per ottenere il rispetto del dettato regolamentare dell’Ateneo, nella parte appositamente dedicata alla disciplina degli incarichi extra istituzionali, poiché condizionata dall’indiscusso potere accademico nonché politico del docente.