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Qualiano, coltello all’addome ad un ragazzino. La famiglia: “Porta ancora i segni di quell’esperienza”

Qualiano, coltello all'addome ad un ragazzino. La famiglia Porta ancora i segni di quell'esperienza''
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Un coltello puntato all’addome da chi ha voluto affermare la propria supremazia su un coetaneo rispettoso delle regole rovinando una semplice uscita con gli amici. Uno spavento da mozzare il fiato che ancora oggi, a distanza di una settimana, ricompare a sprazzi facendogli perdere a sprazzi serenità. A. 12 anni residente a Qualiano, è l’ultimo protagonista, suo malgrado, dell’aggressività di gruppi di ragazzi spesso definiti – anche se il termine andrebbe ridiscusso – come baby gang. Un fenomeno che anche nella cittadina a Nord di Napoli, affermano molti residenti, sta raggiungendo picchi preoccupanti tanto da confidare che «la cosa sta sfuggendo di mano».

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La storia

A raccontare l’episodio che ha riguardato il dodicenne è M.P. seconda moglie del papà del ragazzino e che vive con lui per buona parte della settimana. «Mercoledì scorso A. dopo aver finito i compiti si è visto attorno alle 19 si è incontrato con due amici per fare una passeggiata tra via Roma e piazza Gabriele D’Annunzio. Dopo qualche minuto i tre sono stati raggiunti da un gruppo nutrito di coetanei che ha iniziato a infastidirli». Ma non è tutto. «Uno di loro – l’aggiunta di M.P. – ha poi estratto un coltello e l’ha puntato all’addome di A. dicendogli “fammi vedere cosa hai con te”. A. è rimasto impietrito per un po’ poi ha recuperato le forze ed è riuscito a fuggire prima che potesse essere ferito. Se l’è cavata ma quanto è successo l’ha scosso e ancora oggi a volte appare spaventato». 

La denuncia ai carabinieri

Il 12enne dopo essere tornato a casa ha raccontato quanto appena vissuto in famiglia, ancora in preda alla paura. Suo padre, dopo aver tentato di calmarlo, ha allertato un pattuglia dei carabinieri della Compagnia di Giugliano giunta in piazza Gabriele D’Annunzio per dei controlli. «Il ragazzino che aveva il coltello si era spostato a poca distanza ma A., ancora impaurito, non è riuscito a indicarlo ai carabinieri. Soltanto dopo, alla caserma di Qualiano, quando si è sentito oramai al sicuro, ha fornito una descrizione più dettagliata del coetaneo che l’ha minacciato. I carabinieri sono stati tempestivi nelle indagini, li ringraziamo di vero cuore». 

I militari, grazie anche ad alcune immagini delle telecamere di sorveglianza, sono risaliti al ragazzino che aveva impugnato il coltello ed è stato rintracciato e individuato mentre si trovava a scuola contestandogli il comportamento aggressivo e il possesso di un’arma bianca. Il ragazzino è stato riaffidato ai genitori (convocati in caserma durante l’identificazione).

Ancora M.P. «A. nei giorni successivi si guardava intorno per capire se qualcuno volesse avvicinarlo e ha anche chiesto di dormire con me e suo padre perchè non voleva restare solo. Sono le conseguenze di una minaccia con il coltello ai danni di un 12enne».

Diversi cittadini hanno infatti raccontato che proprio tra piazza Gabriele D’Annunzio, specie da quando mesi fa è diventata pedonale, via Roma e non solo gruppi di bulli, tra questi ci sarebbero anche gli stessi che hanno infastidito A. e i suoi amici una settimana fa, sono stati protagonisti di risse nel corso di eventi ludici, buttato a terra tavolini di bar e minacciato chi ogni giorno opera nella sagrestia della chiesa di Santo Stefano Protomartire.

L’interrogazione e la volontà di raccontare tutto a scuola

A. ha raccontato anche a scuola l’accaduto, non prima di aver preso un bel 7 all’interrogazione di Scienze.  «Siamo orgogliosi – le parole di A.P. perchè ha prima sostenuto l’interrogazione e poi ha raccontato in classe cosa gli era accaduto. A Qualiano le forze dell’ordine e il Comune fanno quello che possono per contrastare la violenza ma in realtà, oltre al grande lavoro della scuola, dovrebbero essere i genitori di questi ragazzi a far capire loro che la violenza non paga mai».

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