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Erba dai Contini e dai torresi, così i Reale-Rinaldi avevano conquistato le piazze

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I Reale-Rinaldi avevano in poco tempo conquistato il monopolio della vendita di marijuana nella periferia orientale. Una situazione agevolata dalla scarcerazione di Ciro Rinaldi ‘My way’ e dal rafforzamento dei Reale del rione Pazzigno. C’è questo e molto altro nell’ordinanza di custodia cautelare che il mese scorso ha disarticolato il gruppo attivo nella periferia orientale. Uno spaccato illustrato ai magistrati da diversi collaboratori di giustizia tra cui Giorgio Sorrentino che ha spiegato come gli uomini di ‘My way’ avessero creato contatti con altri gruppi di Napoli e della provincia.

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«All’uscita dal carcere di Ciro Rinaldi fui avvicinato, mentre ero in compagnia di mio cugino Raffaele Maddaluno detta ‘nzalatella’ affiliato al clan Rinaldi, e mi fu offerto di fare il corriere prelevando partite di erba a Torre Annunziata per conto dei Rinaldi. I contatti li aveva Ciro Grassia detto Cibè, altro affiliato e tale Gino, cognato di Ciro Rinaldi detto ‘My way’ (si tratta di Luigi Mignano, ucciso in un agguato al rione Villa)». Sorrentino si sofferma anche sul ruolo dei Reale e in particolare su Gennaro Reale, figlio di Mario e su Patrizio Reale ‘a patana:«Nel 2009 gestiva la piazza di spaccio dello zio Patrizio nel rione Pazzigno.  Una volta Patrizio Reale mi chiese di dormire presso la sua abitazione perchè il giorno dopo dovevo recarmi a Napoli al Borgo Sant’Antonio per acquistare la marijuana insieme a Genni e ad Antonio Reale. Io ero addetto al trasporto. La acquistarono da un tale detto ‘Topolino’.

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