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Reddito di Cittadinanza, 3 novità nel 2023: niente più offerta congrua, corsi di formazione e stretta agli inquilini

Nel 2023 il Reddito di cittadinanza
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Nel 2023 il Reddito di cittadinanza sarà versato ai percettori abili al lavoro per sette mesi, anziché per otto. Inoltre, in attesa di una revisione sostanziale dal 2024, chi rifiuterà anche la prima offerta di lavoro perde il diritto al sussidio. Attualmente invece la norma stabilisce che si intende offerta ‘congrua’ quella che valuta “la coerenza tra offerta di lavoro e le esperienze e competenze maturate; la distanza del luogo di lavoro dal domicilio (entro 80 chilometri) e i tempi di trasferimento mediante mezzi di trasporto pubblico (raggiungibile in 100 minuti)”. 

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Il reddito di cittadinanza cambia ancora nell’ultima versione della Manovra uscita dalla commissione Bilancio, con una nuova stretta che porta altri fondi e riduce l’universalità dell’intervento.

Tre i capisaldi a partire dall’assegno che verrà erogato per sette mesi (e non otto). Scompare il concetto di offerta “congrua” di lavoro: sarà il no alla prima proposta di impiego a far saltare l’erogazione del reddito (non verranno più considerate esperienze e competenze del candidato e nemmeno la distanza dal luogo di lavoro).

Per i beneficiari di età compresa tra 18 e 29 anni che non hanno terminato la scuola dell’obbligo la possibilità di usufruire del reddito sarà condizionata all’iscrizione e alla frequenza di percorsi di formazione. La terza novità riguarda chi invece utilizza il reddito per pagare l’affitto. La quota non sarà più a disposizione del beneficiario ma versata direttamente al proprietario dell’immobile.

Reddito di Cittadinanza, la nuova stretta che va a finanziare il reddito alimentare – Tra le novità c’è che l’assegno sarà erogato per 7 mesi e non per 8 come stabilito nella legge originaria uscita dal cdm. Una mossa che consente di risparmiare oltre 200 milioni in più rispetto alle previsioni, facendo salire la dote del reddito a quasi un miliardo di euro. Una maxicopertura a cui corrisponde, per aiutare chi si trova in povertà assoluta, un microstanziamento da 1,5 milioni nel 2023 e 2 milioni nel 2024 destinato alla sperimentazione nuovo reddito alimentare, voluto dal Pd per distribuire pacchi di prodotti invenduti e ridurre così lo spreco.

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