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Reddito di Cittadinanza, De Luca: “Darlo solo a chi vuole lavorare o formarsi professionalmente”

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“In Italia dovremmo fare una operazione verità. Fermo restando l’aiuto vero alla povera gente. Non bisogna erogare nessun contributo se non c’è disponibilità a lavorare o a fare formazione professionale. Non possiamo educare una intera generazione al parassitismo”. Non ha dubbi il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che nel corso della consueta diretta web del venerdì punta il dito contro il Reddito di Cittadinanza, introdotto dall’ex Governo Conte e cavallo di battaglia del M5S.

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“Non è vero che prima dell’RdC non c’erano aiuti alle famiglie – spiega De Luca – c’era il reddito di inclusione, con un fondo di 3 miliardi. La differenza è che era erogato dai Comuni, che verificavano le povertà, erano un filtro contro gli imbrogli e i soldi si davano alle famiglie, non ai singoli. Certo, si poteva ampliare e migliorare”.Poi il governatore incalza: “Non credo alle cifre dell’Istat che parla di 5 milioni di poveri assoluti e 7 milioni relativi. Abbiamo sicuramente 2-3 milioni di poveri veri. Ma se avessimo davvero 5+7 milioni di poveri ci sarebbe la rivoluzione. Sono dati che non corrispondono alla realtà. La verità è che ci sono 100 forme di integrazione del reddito con lavoro nero, occulto, imbrogli di vario tipo”.

 

De Luca all’attacco: “Togliere il reddito di cittadinanza a chi non manda i figli a scuola”

“Togliere il reddito di cittadinanza a chi non manda i figli a scuola è una delle cose da valutare. Credo ci debbano essere anche decisioni sul piano penale perché non mandare a scuola i figli è un reato: non solo provvedimenti amministrativi che possono essere utili, ma anche penali. Chi non manda a scuola i figli compie un reato e dev’essere perseguito anche sul piano penale”.

 

 

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