Home Cronaca Rapina e botte al rider a Capodichino, maggiorenni condannati a 10 anni

Rapina e botte al rider a Capodichino, maggiorenni condannati a 10 anni

Vincenzo Zimbetti e Michele Spinelli
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Condussero una violenta rapina contro un rider a Calata Capodichino, perciò, il gup del Tribunale di Napoli Nord Antonino Santoro ha condannato a 10 anni di reclusione i due maggiorenni. La notte tra l’1 e il 2 gennaio 2021 il gruppo di giovanissimi aggredì un rider che stava effettuando una consegna per rubargli lo scooter. Un’azione messa a segno con altri complici minorenni e attraverso l’uso di un’arma.

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Michele Spinelli e Vincenzo Zimbetti, difesi rispettivamente dagli avvocati Diego Abate e Giovanna Cacciapuoti, ritenuti colpevoli di tutti i reati contestati tra cui la rapina al rider. Quell’aggressione divenne virale sui social attraverso video, e anche di un altro colpo analogo messo a segno sempre a mano armata a Casoria. Quest’ultima azione messa in atto qualche ora prima di quello al rider.  Un delitto contestato diverso tempo dopo i fatti di Napoli.

RIDER AGGREDITO A CALATA CAPODICHINO, AGGRAVANTI DI SEVIZIE E CRUDELTA’

Agli imputati riconosciute tutte le aggravanti contestate, anche quella di avere agito attraverso sevizie e con crudeltà. La condanna del giudice ha compreso un risarcimento danni in favore del rider Giovanni Lanciato, costituitosi in giudizio nell’udienza dello scorso 1 luglio. Al termine della sua requisitoria, il sostituto procuratore di Napoli Nord aveva chiesto undici anni di reclusione per i due imputati.

“Rispettiamo la condanna inflitta anche se la riteniamo particolarmente severa”, commenta l’avvocato Cacciapuoti. “Si tratta di ragazzi giovanissimi, – sottolinea – da poco maggiorenni e la severità adottata, a nostro parere, rischia di rendere meno efficace la funzione rieducativa della pena che è massima quando opera su soggetti giovani. Una permanenza eccessiva in carcere – evidenzia il legale – può mettere a rischio lo sviluppo della personalità che è ancora ‘in fieri’, con il conseguente risultato di degradarli e desocializzarli. Confidiamo in una riforma in appello”. Nel prossimo grado di giudizio i legali puntano ad uno sconto della pena.

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