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Rider napoletano di 50 anni travolto da un treno, lo strazio della figlia Daniela: “Non doveva succedere”

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Raffaele Acampora, noto rider di Sant’Antonio Abate, è deceduto investito da un treno mentre attraversava il passaggio a livello con il suo scooter tra le stazioni di Cangiani e San Pietro a Scafati, al confine con Boscoreale, nella provincia di Napoli. L’uomo, di 51 anni, si era trovato a fare il rider dopo aver perso il lavoro, impegnandosi così per mantenere la sua famiglia.

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La drammatica vicenda si è consumata nel corso di una consegna: dopo aver accettato un ordine, Raffaele è stato tragicamente colpito da un treno della Circumvesuviana mentre attraversava il passaggio a livello, perdendo la vita sul colpo.

Il sindaco e la figlia di Raffaele lo ricordano con dei post

Sulla tragedia è intervenuta anche la sindaco del suo paese, Sant’Antonio Abate che ha così commentato quanto accaduto. “A nome di tutta la comunità mi trovo di fronte al compito doloroso di comunicare, con profondo cordoglio, la tragica notizia della scomparsa di un cittadino della nostra comunità, a seguito di un terribile incidente stradale. Rendiamo pubblica questa notizia dopo aver lasciato, con rispetto, il tempo necessario alla famiglia per elaborare questo triste evento e vivere il proprio lutto in riservatezza. Abbiamo nel frattempo appreso dal sindaco di Scafati di passati incontri con l’EAV, legati ai passaggi a livello come quello teatro dell’incidente. Nonostante le segnalazioni luminose fossero attive, l’assenza delle barre rende la traversata rischiosa. Spero che siano affrontate e risolte tali criticità, per prevenire che simili tragedia possano ripetersi. In questo momento di lutto, a nome mio personale, dell’amministrazione comunale e dell’intero paese di Sant’Antonio Abate, porgo le mie più sentite condoglianze alla famiglia di Raffaele, offrendo tutto il sostegno possibile”.

Ai social invece è affidato lo straziante post scritto della figlia Daniela: “Non ci credo ancora, speravo tanto che questa orrenda notizia fosse un errore, uno sbaglio. Non può essere vero, non è vero che non esisti più, non è vero che non sei più con noi, non è vero che non ci sarai il giorno della mia laurea, non è vero che non ci sarai al mio matrimonio, non è vero che non conoscerai i miei figli e loro non conosceranno te. Non doveva succedere, stavi lavorando come ogni giorno, ininterrottamente e avevi ancora tanta forza di andare avanti ma è bastato poco per farti perdere questa forza. Non volevo che succedesse questo, soprattutto ora che mi trovo lontano e sto per tornare a casa dalla nostra famiglia, non vi vedevo da una settimana e sto male. Fa male non averti potuto vedere e tornare a casa senza di te. Spero che un giorno ci incontreremo di nuovo per poterti abbracciare come non ho mai fatto prima. Ti voglio bene papà”.

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