Home Cronaca Camorra al Rione Traiano, assolti i Petrone-Puccinelli: condannato solo il pentito

Camorra al Rione Traiano, assolti i Petrone-Puccinelli: condannato solo il pentito

Da sinistra Francesco Petrone, Salvatore Petrone, Ciro Puccinelli e Salvatore Maggio
PUBBLICITÀ

Alla fine l’unico a pagare è stato lui. Salvatore Maggio, da superpentito capace di ricostruire le dinamiche e la rete di affari sull’asse Rione Traiano-Case Nuove si è ritrovato ad essere l’unico condannato nel processo contro i vertici dei Petrone-Puccinelli. Sodalizio che, secondo la Procura e le informative delle forze dell’ordine, avrebbe avuto per anni le redini dello spaccio nella zona flegrea. Nel processo che si svolgeva dinnanzi al gip Campoli con rito abbreviato (formula che comporta lo sconto di un terzo della pena) a prevalere è stata l’abile linea difensiva del legale di Francesco Petrone, Salvatore Petrone e Ciro Puccinelli che sono stati assolti. Il loro avvocato, Leopoldo Perone, è riuscito a convincere i giudici della genericità e assenza di riscontri alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia rispetto alla “mafiosita” delle condotte del gruppo. I tre sono stati dunque assolti dall’accusa di associazione con la sola condanna, precedente a questo giudizio, relativo al traffico di droga. Per i tre il pubblico ministero aveva chiesto rispettivamente 10, 8 e 8 anni. E così l’unico ad essere condannato, a quattro anni e sei mesi, è proprio Maggio le cui dichiarazioni costituivano gran parte dell’architrave accusatoria della Procura.

PUBBLICITÀ

L’articolo precedente: la ‘Scissione’ dei Lazzaro dai Petrone-Puccinelli e la volontà di uccidere il figlio del boss

Sono stati diversi collaboratori di giustizia a svelare il nuovo gruppo dirigente del Rione Traiano. I vari Genny CarraEmilio Quindici e Raffaele Dello Iacolo hanno illustrato agli inquirenti il sistema dell’area occidentale di Napoli e la gestione delle diverse piazze di spaccio a partire dalla divisione del rione in due gruppi, da una parte i Puccinelli-Petrone mentre nella parte bassa, quella della ’44’, i Cutolo (leggi qui l’articolo precedente). Oltre a loro vi sono diverse intercettazioni che dimostrano come il gruppo degli Scissionisti di Salvatore Lazzaro e Salvatore Barile volesse uccidere il figlio del boss del Rione Traiano.

Le parole di Genny Carra su Salvatore Petrone

Carra, ex colonnello dei Cutolo, ha lungamente parlato dei rapporti del suo ex gruppo con i Puccinelli-Petrone:«Con il clan Puccinelli siamo alleati. Ogni tanto ci sono piccoli contrasti. Adr. E’ vero per conte mi chiede che il clan Cutolo controlla la parte bassa del Rione Traiano mentre il clan Puccinelli la parte alta. In particolare per la gestione della droga. Preciso che il clan Cutolo controlla però interamente la Loggetta. Anzi quando sono stati arrestati i titolari delle piazze di spaccio nella ordinanza che ha riguardato il clan Puccinelli, in realtà quelle piazze erano quasi tutte nostre. Con i Puccinelli facevamo riunioni una due volte alla settimana. In realtà mi sono reso conto che a comandare il clan Puccinelli è Salvatore Petrone detto o’ nano piccirill, più carismatico del padre Francesco».

La Scissione dai Puccinelli

Tra i protagonisti della Scissione dai Puccinelli c’era proprio Salvatore Lazzaro, arrestato qualche giorno fa a Giugliano (leggi qui l’articolo). La determinazione del ras e dei suoi di sbarazzarsi dei Puccinelli-Petrone emerge da alcune intercettazioni dove è chiara la volontà di uccidere i figli del boss Francesco Petrone. In un passaggio il ras Basile dice:«Quando ci avranno fatto sedere al tavolo, sai che diranno? Hanno sparato nelle finestre, proprio per non incominciare la guerra, perché sanno che morivano, perché quella è una famiglia storica, invece quando noi partiamo, partiamo. E diciamo: bum a uno, bum a ‘o nano grande (Francesco Petrone), e bum a ‘o nano piccolino (Salvatore Petrone)». In un’altra intercettazione a parlare sono Lazzaro e Emanuele Manauro, non sanno ovviamente di essere intercettati. Lazzaro: «Da dentro la finestra no! Ci sta pure tua sorella (Simona Manauro)… non volendo succede che c’è una buca nel vetro, non si può mai sapere… invece tu prendi lui (Ciro Puccinelli, alias Cirotto, legato alla sorella di Manauro) di faccia, e tua sorella piange una volta sola, piange un anno, due anni, tre anni, e poi se lo scorda».

PUBBLICITÀ
Exit mobile version