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Saviano sullo Scudetto al Napoli: “Temo che si metta in moto la macchina del Nord per non farcelo vincere”

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Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Roberto Saviano ha parlato della sua passione per il Napoli e della nostalgia del Maradona.

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Di seguito, alcuni stralci dell’intervista rilasciata alla Rosea.

NAPOLI, LE PAROLE DI ROBERTO SAVIANO ALLA GAZZETTA

“Non poterci andare mi fa soffrire – ha detto Saviano sullo stadio Maradona e il suo pubblico -. Faccio fatica a chiamarlo stadio Maradona, temo di esser troppo vecchio e continuerò a chiamarlo San Paolo. Ma prima della fine del campionato voglio andarci. Sto pensando come essere invisibile perché il Napoli dovrà vincere, altrimenti se la prima volta che torno allo stadio fa male, poi si nota… ed è malamente”.

Il suo pensiero sul Napoli: “La squadra mi piace moltissimo, per lo spirito con cui gioca. Si vede che si diverte, che è un gruppo in armonia. Non c’è un leader che detta la sua linea e comanda. Sono rappresentate tantissime nazionalità, lo spogliatoio trasmette l’idea di comunità. Io lo vedo come un Napoli internazionalista, accogliente e libertario, contro il populismo scontato dell’individualità”.

Alla domanda sul giocatore preferito, ha risposto così: “Kvaratskhelia. Mi piace perché non ha la faccia del calciatore, ma di un bambino timido che gioca in strada. E poi perché giocava in Russia, e alla scoppio della guerra è tornato in patria, anche a costo di perdere le chiamate dei ricchi club tedeschi. Il Napoli è stato bravo a inserirsi. Per me Kvara è uno che ha detto no a Putin, anche se non parla mai delle pressioni subite quand’era al Rubin Kazan. Osimhen? Mi entusiasma anche lui. Quando lo picchiano, i napoletani dicono “Bbuono…”, cioè “Meglio così”, perché sanno che così si carica. Anche lui ha una corsa allegra, da ragazzo di strada, va in fuorigioco per troppa passione. La maschera lo ha reso più iconico”.

E, sul pensiero circa lo Scudetto:Da tifoso: che non ce lo facciano vincere… Che si metta in moto la grande macchina che spinge le squadre del Nord. Seconda paura: come ripartiremo dopo il Mondiale”.

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