Home Cronaca Schiaffo ai diritti lgbt in Russia, Putin vieta l’uso della parola “gay”

Schiaffo ai diritti lgbt in Russia, Putin vieta l’uso della parola “gay”

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Pesante stretta di Putin sulla libertà d’espressione della comunità Lgbt in Russia. Il presidente, riferisce la Tass, ha firmato la legge che proibisce anche tra gli adulti “la promozione” di quelle che definiscono “relazioni sessuali non tradizionali. In altre parole, sarà vietato anche solo pronunciare la parola gay. Poiché – dal punto di vista di Putin – in contraddizione con i valori tradizionali e religiosi della Russia, messi a repentaglio dalle contaminazioni occidentali.

L’allargamento della legge che vieta la propaganda lgbt tra i minori

In questo modo – affermano molti osservatori – si va verso l’allargamento della famigerata legge del 2013 che vieta la ‘propaganda Lgbt’ tra i minori. Una norma che rende potenzialmente impossibile ogni manifestazione pubblica in difesa dei diritti delle minoranze sessuali. E che Corte di Strasburgo ha bocciato perché discriminatoria e lesiva del diritto alla libertà d’espressione.

La nuova legge era stata approvata dalla Duma lo scorso 24 novembre. La normativa non introduce sanzioni penali ma amministrative contro i trasgressori, prevedendo pesanti multe per chi, attraverso siti internet, media, libri o film, sarà giudicato colpevole di volere diffondere la cultura gay. La legge intende punire la “propaganda delle relazioni non tradizionali“, la diffusione di informazioni atte ad incoraggiare al cambio di sesso e la pedofilia. In quest’ultimo caso sono previste multe fino a 10 milioni di rubli (circa 160.000 euro), mentre per i primi due fino a 5 milioni.

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Chiamando a raccolta il popolo russo nella sfida con l’Europa e gli Stati Uniti, Putin sottolinea regolarmente la necessità di difendere i valori tradizionali e religiosi della Russia dagli attacchi culturali di un Occidente decadente. Non a caso vi ha fatto riferimento anche durante il discorso al Cremlino per la cerimonia di annessione alla Federazione di quattro regioni ucraine, il 30 settembre scorso. “Vogliamo che in Russia ci siano il genitore 1 e il genitore 2 invece di mamma e papà? – si è chiesto in quella occasione – Siamo completamente impazziti?“.

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