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Sciame sismico nei Campi Flegrei, ad aprile ci sono stati 1252 terremoti: è stato il mese con più scosse

1252 le scosse di terremoto registrate nell'area flegrea. Numero più alto dal 2005 stando ai dati riportati.
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Arrivano a ben 1252 le scosse di terremoto che sono state registrate nell’area flegrea nel giro di un mese, di cui 5 superiori a 3 gradi di magnitudo. Numero più alto dal 2005 stando ai dati riportati. La scossa più violenta per ora è avvenuta il 27 aprile alle 3:44 di notte con quasi 4 gradi ed arrivano a 14 gli sciami registrati in 30 giorni.

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I dati secondo il Bollettino di Sorveglianza

Dei 1252 terremoti 979 sono localizzati, avvenuti prevalentemente tra Pozzuoli, Agnano, l’area Solfatara-Pisciarelli, Bagnoli e il Golfo di Pozzuoli, con profondità concentrate nei primi 3 chilometri e profondità massima di circa 4,5 chilometri. Di questi, 457 sono gli eventi registrati avvenuti nel corso di 14 sciami sismici.

Il numero di scosse registrato durante il mese di aprile di quest’anno risulta il più elevato a partire dalla ripresa di una fase bradisismica cominciata nel 2005. Sono invece ben 2383 gli eventi tellurici dall’inizio dell’anno. Questo è quanto emerge dal Bollettino di Sorveglianza dei Campi Flegrei redatto dall’Osservatorio Vesuviano Ingv. Quest’ultimo ritiene comunque che l’analisi degli eventi più energetici di questo sciame mostra soluzioni associabili a meccanismi di tipo normale. Non si evidenziano, inoltre, elementi tali da suggerire significativi cambiamenti a breve termine e pertanto il monitoraggio dell’area flegrea rimane di “Allerta Giallo”.

Gli effetti dei terremoti sul suolo

Il suolo si è alzato di 3 centimetri, rispetto alla media di un centimetro al mese tenuta finora. Ma il sollevamento è avvenuto con andamento discontinuo. Da gennaio agli inizi di aprile 2024, il valore medio della velocità di sollevamento nell’area di massima deformazione è stato di circa 10 millimetri al mese alla stazione GNSS di Rione Terra (RITE). Più nello specifico sono stati registrati due episodi di sollevamento del suolo dal 9 al 16 aprile, di cui il primo di circa 1 centimetri (tra il 9 e il 10 aprile) e il secondo di 0.5 centimetri (tra il 15 e il 16 aprile). In seguito, nell’intervallo tra il 17 aprile e il 2 maggio, non sono state riportate deformazioni significative, fatta eccezione per quanto riguarda i giorni successivi all’evento del 27 aprile. Nell’ultimo mese si registra in totale un sollevamento nell’area di massima deformazione di circa 3 centimetri.

Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano, ha però posto l’accento sull’aumento con accelerazione e deformazione della crosta più che del suolo, e della tensione che questa ha subito. Ciò inevitabilmente determina l’aumento della fratturazione e di conseguenza delle scosse.

Gli effetti sull’atmosfera

Per quanto concerne ai valori termografici, sono emersi lievi aumenti di temperatura nelle aree di Pisciarelli e Solfatara. Grazie infatti alle termocamere a infrarossi è stato possibile stabilire la variazione dei valori rispetto ai mesi precedenti. Non sono stati registrati invece cambiamenti importanti nell’area di Antiniana.

Più che il cambio di temperatura la popolazione dichiara di avvertire maggiormente il forte odore di zolfo in gran parte della zona flegrea. Di Vito precisa però che ad essere avvertito non è tanto lo zolfo, bensì l’idrogeno solforato, ed a determinarne la percezione sono soprattutto le condizioni atmosferiche.

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