Home Cronaca Scissionisti spaccati:«Una taglia da cinque milioni per uccidere Mariano Riccio»

Scissionisti spaccati:«Una taglia da cinque milioni per uccidere Mariano Riccio»

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L’Apogeo e il declino degli scissionisti è stato descritto, con minuzia di particolari, dal collaboratore di giustizia Antonio Accurso, ex reggente della Vanella Grassi insieme al fratello Umberto. Accurso ha spiegato agli inquirenti che Mariano Riccio ben presto era entrato in collisione con la fazione melitese degli Amato-Pagano e in particolare con Renato Napoleone e Francesco Paolo Russo. Nei verbali Accurso ha evidenziato i timori di Russo detto ‘Cicciariello’ nei confronti di Riccio: «Aveva il dubbio da tempo che Mariano lo voleva uccidere e che girava armato, tale conferma gliel’aveva data ‘Tonino il chiattone ‘ prima di ammazzarlo”. Accurso ha, quindi, riferito in merito ai due omicidi, uno dei quali, quello di Ruggiero, commesso per ‘lupara bianca’. «Per quanto riguarda ‘Tonino il chiattone ‘, ‘Cicciariello ‘ mi disse che, da tempo, il ‘Tonino ‘ lo mandava a chiamare per andare a Mugnano o da qualche parte… e lui non andava adducendo, come scusa, che lo cercava la polizia. Per cui ‘Cicciariello ‘ diede appuntamento a ‘Tonino il chiattone’ in una casa… e li si incontrarono».

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La rivelazione di Antonio Caiazza: c’era una taglia su Mariano Riccio

Un altro pezzo da novanta delle galassia scissionista Antonio Caiazza rivelò che Riccio aveva creato così tanti malumori all’interno del suo stesso clan che era finito nel mirino subito dopo l’arresto del genero Cesare Pagano. Nel verbale di interrogatorio, risalente al 23 marzo del 2016, Caiazza spiegò il malcontento vissuto nel suo clan: “Voglio precisare che io dopo l’arresto di Cesare, che già dimezzato lo stipendio da 30 mila a 15 mila euro, ho iniziato a percepire sempre meno soldi. Inoltre, era ormai chiaro che le 5 famiglie di Secondigliano erano contro Mariano Riccio e non lo volevano più come referente dei capi Amato-Pagano A quel punto si sono proposti come capi Vincenzo Pagano, agli arresti domiciliari a Benevento, con il figlio Cesare il piccolo; quest’ultimo stava a Melito nella 219 e portava le imbasciate al padre a Benevento. I capi delle 5 famiglie, ma al vertice dì tutti vi era Arcangelo Abete, riconoscevano come capo Vincenzo Pagano, infatti so che Arcangelo Abete è anche andato a Benevento ad incontrare Vincenzo Pagano in quanto voleva essere caricato di cocaina. So anche che la famiglia Marino aveva messo una taglia di 5 milioni di euro per pagare chi uccideva Mariano Riccio“.

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