Una scossa di terremoto di magnitudo 4.3 ha colpito la Campania meridionale , alle 21:55 di ieri sera. La scossa si è verificata a 325km di profondità con epicentro nei pressi di Agropoli e Castellabate (Salerno). Nonostante la magnitudo non indifferente, la scossa non è stata avvertita dalla popolazione perchè l’ipocentro è stato molto profondo. Continua, quindi, il weekend estremamente ballerino al Sud Italia dopo le forti scosse del pomeriggio in Albania.
Il fenomeno dei terremoti con magnitudo importante e a grande profondità nel basso Tirreno è stato spiegato dalla dott.ssa Lucia Margheriti, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: in queste aree si verificano generalmente eventi tellurici compresi tra i 100 e i 500 chilometri che non si verificano in altre zone d’Italia. In alcuni casi questi terremoti hanno magnitudo anche rilevante. Negli ultimi 5 anni ce ne sono stati due di magnitudo superiore a 5, e in passato, precisamente nel 1938, ce n’è stato uno addirittura di magnitudo 7,1, uno dei più forti registrati nell’area italiana. Come si distribuiscono gli ipocentri in profondità? Osservando in sezione, si nota un volume sismogenetico. Gli ipocentri in profondità non sono sparpagliati, ma si addensano formando una linea che viene chiamata piano di Wadati-Benioff, che definisce un piano inclinato dove la litosfera oceanica sprofonda sotto la litosfera continentale. Il nome deriva dagli scopritori, Hugo Benioff, del California Institute of Technology, e Kiyoo Wadati, dell’Agenzia Meteorologica Giapponese, due sismologi che riuscirono a identificare questi eventi prima ancora della teoria della tettonica a placche. Se osservassimo la sismicità a scala globale, osserveremmo che i terremoti non si distribuiscono su tutta la superficie terrestre, ma si limitano ad alcune zone: i margini delle placche litosferiche. I terremoti molto profondi a loro volta, si distribuiscono solo in alcune di queste aree, in particolare intorno alla placca Pacifica, dove si scontra con le placche circostanti.