venerdì, Agosto 15, 2025
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Sei indagati per la morte di Fulvio Filace: “Nessuna precauzione sull’esperimento”

Per la morte della ricercatrice del Cnr Maria Vittoria Prati e dello stagista Fulvio Filace, entrambi travolti dallo scoppio di una batteria a litio che era stata sistemata nella auto ibrida in cui viaggiavano sulla tangenziale di Napoli, sono indagate sei persone tra cui due docenti della Università di Salerno, ateneo che viene indicato anche tra le parti offese che potranno costituirsi a giudizio.

Sotto accusa finiscono l’ex docente universitario Gianfranco Rizzo, fino a qualche anno fa in ordinario di Macchine e sistemi energetici presso il dipartimento degli Studi di Salerno, prima di diventare amministratore della E-Proin srl impegnata nel progetto dell’auto a energia ibrida. Tra gli imputati anche il docente Francesco Antonio Tiano, in qualità di assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Ingegneria industriale a Salerno, indicato “quale collaboratore del professore Gianfranco Rizzo, nell’ambito del progetto europeo, che ha preso parte attiva al progetto“.

Dalle indagini condotte dai carabinieri del reparto operativo di Napoli è emerso che il progetto è stato caratterizzato da una totale assenza di test, con una sperimentazione segnata da omissioni e mancanza di verifiche su criticità evidenti. La batteria al litio è stata posizionata in diretto contatto con tutte le strumentazioni interne del veicolo prototipo, senza adottare alcuna misura di sicurezza per proteggere gli occupanti dell’abitacolo. Inoltre c’era consapevolezza riguardo ai rischi legati alla sicurezza, ma non sono state adottate le necessarie precauzioni. Queste sono le conclusioni della Procura di Napoli nei confronti dei sei imputati, accusati di essere responsabili dell’esplosione dell’auto a energia ibrida avvenuta sulla tangenziale di Napoli, nella primavera di due anni fa.