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«Stava per essere ucciso per un selfie», un contrattempo ‘salvò’ il ras dei Formicola

Nel riquadro Giuseppe Savino
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L’odio del boss Franco Silenzio nei confronti dei Formicola era rivolto esclusivamente nei confronti di Giuseppe Savino, uno dei ‘generali’ del gruppo. Un odio talmente forte che più volte ‘Francuccio’ aveva ‘promesso’ la morte di Savino. L’occasione favorevole stava però capitando durante un ricevimento a cui prese parte lo stesso Savino: durante quell’occasione infatti il ras fu immortalato in una foto che iniziò a circolare sui social e così il ‘braccio militare’ dei Silenzio decise che era il momento di regolare i conti. Il particolare è stato raccontato ai magistrati da Antonio Costabile ‘o cerran, l’uomo che ha fatto luce sull’omicidio di Annamaria Palmieri (leggi qui l’articolo). «Era una domenica pomeriggio, subito dopo pranzo. Venne a citofonarmi Antonio Silenzio, figlio di Francuccio, e Pacifico Silenzio. Mi dissero di chiamare Mario e Ferdinando Di Pede perché sapevano dove si trovava Giuseppe Savino. Una volta riuniti, Antonio Silenzio prese una storia da Instagram di un ragazzo presente a una cerimonia con Giuseppe Savino. Era una cerimonia dei De Micco di Ponticelli perché la figlia di Savino è fidanzata con uno della loro famiglia». Poi un imprevisto e il mesto ritorno a San Giovanni a Teduccio:«Si ruppe il motorino, così io salii in auto con Ferdinando e Mario e tornammo nel Bronx. Pacifico (Silenzio ndr) ci disse una cosa che ci lasciò perplessi perché pensava che non saremmo tornati vivi da quell’azione. Intuimmo che Pacifico sapesse che fossero armati».

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«Iniziò con un tradimento», il superpentito rivela i motivi dello scontro Formicola-Silenzio

 

“Iniziò tutto con un tradimento”. Sembra il titolo di un film e invece è quanto realmente avvenne a San Giovanni a Teduccio tra i Silenzio e i Formicola. Prima alleati e parenti poi acerrimi nemici. Colpa di un tradimento, quello di Assunta Formicola al marito Franco Silenzio. A raccontarlo il superpentito Antonio Costabile, l’ex ras proprio dei Silenzio del ‘Bronx’ che con le sue rivelazioni ha fatto luce sull’omicidio di Annamaria Palmieri. Come anticipato da Internapoli la donna, soprannominata ‘Nino D’Angelo, pagò con la vita l’aver favorito l’incontro di due persone (leggi qui l’articolo), una di queste  Assunta Formicola. Come rivelato da Costabile:“Il clan Silenzio si è staccato dal clan Formicola dopo l’uscita dal carcere di Francesco Silenzio, tradito dalla moglie Susetta Formicola. È accaduto il 2 dicembre del 2017”. Il pentito racconta cosa accadde quella sera:“Arrivò Giuseppe Savino e cominciò a dire parolacce contro Francuccio e Ferdinando Di Pede. Francuccio prese Annamaria per il braccio e la porto giù mentre io li seguivo. Arrivati nell’androne Francuccio aprì il cancello e uscimmo fuori. Fece mettere in ginocchio Annamaria dicendole che a San Giovanni comandava lui e nonostante Annamaria lo supplicasse di non farlo lui le sparò il primo al petto dicendo “porta questo a quelli là”, riferito a Susetta e alla madre”. Per l’omicidio Palmieri oltre Franco Silenzio rispondono Vincenzo MariglianoAlfonso Silenzio e Demetrio Morra.

L’articolo precedente: blitz contro i Silenzio

 

La faida tra i clan Silenzio e i Formicola iniziò dopo l’omicidio di Annamaria Palmieri. La donna, nota nell’ambiente con i soprannomi Nino D’Angelo e ‘o masculone, venne presa di mira e colpita a morte dai killer. Secondo l’ordinanza del gip Chiara Bardi dell’omicidio Palmieri sono accusati Francesco e Alfonso Silenzio, Demetrio Morra e Vincenzo Marigliano: “Costituisce il primo atto eclatante del clan Silenzio della forza dell’organizzazione attuato all’interno del rione Bronx dopo l’allontanamento forzato degli appartenenti alla famiglia Formicola. L’omicidio segue una serie di azione che hanno origine subito dopo la scarcerazione di Francesco Silenzio e sono tutte accomunate dall’intento di vendetta nei confronti della famiglia Formicola, che deve essere non solo esautorata da ogni potere nel proprio territorio d’origine ma anche annientata attraverso l’eliminazione fisica degli affiliati“.

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