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mercoledì, Giugno 26, 2024
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“Sono motivato e ambizioso”. Frasi e gesti celebri di Rudi Garcia, dal violino alla chiesa al centro del villaggio

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Rudi Garcia è il nuovo allenatore del Napoli. La società partenopea annuncia l’ingaggio del tecnico francese, che tra il 2013 e il 2016 ha guidato la Roma. “Ho il piacere di annunciare che, dopo averlo conosciuto e frequentato durante gli ultimi 10 giorni, il signor Rudi Garcia sarà il nuovo allenatore del Napoli. A lui il più sincero benvenuto e un grande in bocca al lupo!”, scrive su Twitter il presidente azzurro Aurelio De Laurentiis.

“Che piacere sposare il progetto del Napoli. Che piacere tornare in Italia. Sono motivato e ambizioso ora come non mai per continuare a portare in alto i colori dei Campioni d’Italia”, dice il neo allenatore del Napoli sui suoi profili social.

Una scelta di continuità quella di Garcia, sia per carattere che per modulo. Infatti anche lui come Spalletti ha un carattere duro, ma allo stesso tempo è amante del calcio d’attacco e pressing alto.

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Rudi Garcia, frasi e gesti celebri: dal violino alla chiesa al centro del villaggio

 “Abbiamo riportato la chiesa al centro del villaggio”. Alzi la mano chi non l’ha mai sentita: ma di frasi pronunciate dal nuovo allenatore del Napoli Rudi Garcia ce ne sono davvero tante, molte concentrate nel triennio vissuto da allenatore della Roma. “E’ un peccato che a Torino l’area sia larga 17 metri”, pronunciata dopo la partita con la Juventus può essere un gustoso antipasto della rivalità sportiva futura tra azzurri e bianconeri. O anche “la fortuna si provoca, non arriva da sola”“Chi contesta la Roma non è tifoso della Roma, al massimo è della Lazio. Sulla filosofia di gioco poi, è chiaro il Garcia-pensiero: “Difendere bene è una forza della squadra intera, non solo dei centrocampisti o dei difensori. Abbiamo 11 giocatori che difendono insieme e questa è la cosa più importante”. Il calcio poi, “è un gioco anche di contatto: non è il ping pong o la danza”. E anche nelle sconfitte può sempre esserci un risvolto positivo: “Sono stato fiero dei miei giocatori, hanno dimostrato personalità ed è stata tutto tranne che uno sconfitta“.

Tante anche le sfide con i cugini della Lazio, che peraltro hanno ispirato anche la  “Chiesa al centro del villaggio”: per Garcia il derby “non si gioca, si vince”.  Non solo frasi però: anche gesti celebri passati alla storia. Uno su tutti? Il celebre violino nei confronti dell’arbitro Rocchi durante Juve-Roma del 2014 dopo il rigore trasformato da Tevez per un tocco di mano che il direttore di gara aveva giudicato avvenuto all’interno dell’aera.

La carriera di Rudi Garcia

  • Garcia, che ha firmato un biennale con opzione per il terzo anno, raccoglie la pesante eredità di Luciano Spalletti che ha lasciato gli azzurri dopo la vittoria dello scudetto;
  • Corsi e ricorsi storici visto che a gennaio 2016 Spalletti venne scelto dalla Roma dopo l’esonero di Garcia. Stavolta si ripete il copione, ma a parti inverse
  • Classe 1964, Rudi Garcia inizia la sua carriera in panchina tra i dilettanti nel Corbeil-Essonnes nel 1994. Prima come calciatore-allenatore, poi concentrandosi solo sulla guida tecnica;
  • Grazie a Robert Nouzaret, Garcia approda al Saint Etienne dove ricopre il ruolo di assistente e match analyst. Nell’inverno 2001, dopo le dimissioni di Toshack, Garcia viene promosso alla guida della squadra, affiancato da Jean-Guy Wallamme nelle vesti di giocatore-allenatore.
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