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Spaccio per il gruppo di Genny ‘a carogna, sentenza annullata per il suo braccio destro

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Sentenza di condanna annullata dalla Corte di Cassazione per Giovanni Orabona, imputato nel processo per spaccio di droga col gruppo di Gennaro De Tommaso, alias Genny ‘a carogn. La pena nei confronti di Orabona (difeso dall’avvocato Domenico Dello Iacono) dovrà dunque essere riformulata in Appello, c’è stato infatti l’annullamento con rinvio nei confronti del braccio destro dell’ex ultras del Napoli. Orabona aveva incassato in totale 16 anni di reclusione (in virtù di due procedimenti a cui era stato sottoposto) come capo promotore dell’organizzazione dedita allo spaccio di droga tra Napoli e Olanda. Secondo gli inquirenti lui era quello che si occupava dei viaggi tra i due Paesi per importare l’hashish. Nonostante le dichiarazioni del pentito Genny a Carogna non è stato accertato il ruolo di promotore dell’organizzazione nei confronti di Orabona, dunque c’è stato l’annullamento della sentenza da parte dei giudici ermellini (unico imputato).

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La figura di Genny a carogna

Capo di un’organizzazione di trafficanti di droga che riforniva le piazze di spaccio a Napoli e in diverse altre città: questa l’accusa contestata a Gennaro De Tommaso, noto con il soprannome di Genny `a Carogna, l’ex ultrà del Napoli che fu protagonista della “trattativa” andata in onda in diretta nazionale, prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, nel maggio del 2014. Poco prima della partita, tre tifosi del Napoli, rimasero feriti da diversi colpi d’arma da fuoco, esplosi da Daniele De Santis, ex ultrà romanista. Ciro Esposito, trentenne di Scampia, fu l’unico a riportare conseguenze più serie, trasportato d’urgenza all’ospedale Gemelli di Roma, dove morì dopo 62 giorni di agonia, e soccorso, tra i primi, proprio dal De Tommaso che, una volta entrato nello stadio Olimpico, comunicò al capitano del Napoli Marek Hamsik e alle altre persone coinvolte nella fantomatica “trattativa” che gli esponenti della tifoseria organizzata partenopea volevano rassicurazioni in merito al fatto che il giovane ferito fosse ancora vivo, diversamente non avrebbero “gradito” che la partita venisse disputata. Una figura che destò tanto scalpore e che conquistò le copertine dei tabloid di tutto il mondo, quella di “Genny ‘a Carogna”, tornata alla ribalta durante la giornata di lunedì 17 luglio, in quanto coinvolto in una operazione dei carabinieri che hanno eseguito 17 misure cautelari.

Dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, coordinata dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice, sono emersi collegamenti tra fornitori di droga olandesi e il gruppo criminale di Forcella capeggiato da Gennaro De Tommaso. L’organizzazione gestiva l’importazione e il trasporto in Italia su autoarticolati di ingenti quantitativi di marijuana e `amnesia´ e teneva i rapporti con i capi e gestori di numerose piazze di spaccio sul territorio napoletano e nazionale. Gli inquirenti hanno accertato, in continuità con l’operazione che a gennaio portò a circa 100 arresti, «stabili contatti tra acquirenti di marijuana dei De Tommaso ed esponenti dello spaccio al dettaglio del rione Traiano». I fatti contestati si riferiscono a un arco di tempo che va dal luglio 2014 al maggio 2015.

Le indagini si sono avvalse di intercettazioni telefoniche ed ambientali in cui vi sono continui riferimenti all’acquisto di droga.

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