Era in carcere da oltre un mese perchè accusato di violenza sessuale nei confronti di una 19enne: l’esame del dna ha però scagionato il calciatore Stanislav Bahirov, che ha così potuto fare ritorno a casa.
La violenza in un’area cani
I fatti risalgono allo scorso mese di ottobre quando la giovane ha subito violenza sessuale all’interno di un’area cani del quartiere Niguarda di Milano. L’imminente denuncia della vittima e le veloci indagini portarono al fermo dell’attaccante della Vogherese, squadra che milita nel campionato di Serie D.
Trasportato al carcere milanese di San Vittore Stanislav Bahirov, sposa e con due figli, ha sempre negato l’accaduto: confermando di aver incontrato e parlato con la ragazza, ma di non essere andato oltre.
Circostanza che ha portato il suo avvocato, Daniela Damiano, a chiedere il test del dna, che ha escluso la compatibilità tra il suo patrimonio genetico e le tracce biologiche rinvenute sulla vittima.
In carcere per violenza sessuale, il calciatore Stanislav Bahirov scagionato dal dna
Stanislav Bahirov una volta tornato in libertà ha rilasciato un’intervista a Rainews, dove ha riferito di essere stato molto male e di essere passato come un mostro, nonostante, come poi provato dall’esame del dna, non avesse mosso alcuna violenza sessuale nei confronti della 19enne.