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Strage di Erba, il procuratore: “Olindo e Rosa sono innocenti, riaprite il caso”

Olindo e Rosa
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Una ventina di pagine per chiedere di riaprire il caso sulla Strage di Erba. È la richiesta del sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser che, ora, dovrà essere vagliata dai vertici del suo ufficio, il procuratore generale Francesca Nanni e l’avvocato generale Lucilla Tontodonati, alle quali toccherà dare il via libera alla trasmissione o meno dell’istanza alla Corte d’Appello di Brescia.

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E’ una richiesta sollevata “in tutta coscienza per amore di verità e di giustizia e per l’insopportabile pensiero che due persone, probabilmente vittime di errore giudiziario, stiano scontando l’ergastolo” quella con cui Cuno Tarfusser, sostituto procuratore generale di Milano, ha chiesto di riaprire il caso.

Le motivazioni della richiesta, depositata il 12 aprile, sono state puntualizzate da Tarfusser nelle 58 pagine del suo documento, come riferiscono alcuni quotidiani, in cui ha tenuto conto del lavoro del pool di difesa di Olindo e Rosa di questi anni.

La strage è dell’11 dicembre 2006: quattro i morti, Raffaella Castagna e il figlio Youssef di due anni, la madre di Raffaella, Paola Galli e una loro vicina, Valeria Cherubini. Unico sopravvissuto, ma ferito, il marito di Valeria, Mario Frigerio, morto lo scorso gennaio. Secondo il sostituto procuratore generale, il riconoscimento fatto da Frigerio può essere visto come una “falsa memoria” e la confessione di Olindo e Rosa ottenuta con “errate tecniche di intervista investigativa” e dubbi ci sono anche sulla macchia di sangue trovata sull’auto di Olindo. Sintetizzando ulteriormente, già in primo grado ci sarebbe potuto essere un “sito processuale diverso”. Resta ora alla Procura decidere se accogliere la richiesta di Tarfusser e dare il via libera alla trasmissione o meno dell’istanza alla Corte d’Appello di Brescia.

Della proposta di riaprire il caso se ne parla da anni, ma adesso è arrivata la mossa a sorpresa del pg milanese. A portare il pg Tarfusser a firmare l’atto sul quale l’ultima parola spetta alle due magistrate milanesi, Nanni e Tontodonati – si sono prese qualche settimana per esaminarlo – sono state alcune consulenze che l’avvocato Fabio Schembri, alla guida del pool di legali che assiste marito e moglie, gli ha consegnato qualche mese fa: si tratta di relazioni firmate da una quindicina di esperti che riguardano, per esempio, le intercettazioni ambientali di quando Frigerio era in ospedale e che non sono mai entrate nel procedimento, oppure gli audio e i video prima della confessione, per l’avvocato estorta, della coppia, i filmati girati in carcere dal criminologo Massimo Picozzi, allora consulente della difesa, e anche una relazione di un genetista secondo cui quella traccia ematica individuata sul battitacco dell’auto di Olindo Romano sarebbe stata una “suggestione ottica”. Insomma, da quanto riferito, Tarfusser avrebbe lavorato sul materiale ricevuto e con il quale Schembri proverebbe l’innocenza dei suoi assistiti insistendo su una pista alternativa: a suo dire le ragioni della strage vanno ricercate in un regolamento di conti nel mondo dello spaccio.

Una ipotesi attorno a cui ruota la sua richiesta di revisione, autonoma rispetto a quella del pg, che dovrebbe depositare settimana prossima e che sarà corredata anche dalla testimonianza di un amico del fratello di Azouz Marzouk, il padre del bimbo ucciso e allora passato alla ribalta delle cronache. Secondo il legale “ci sono nuovi elementi che vanno ad intaccare le prove su cui si è fondata la condanna” ma che i giudici hanno sempre considerato solide e granitiche: la confessione dei coniugi e il sangue di Valeria Cherubini, mista a sangue maschile individuato nella loro macchina a cui si aggiunge la testimonianza di Frigerio, scampato alla morte per una malformazione congenita alla carotide e poi deceduto nel 2014. “Vidi Olindo, mi fissò con degli occhi da assassino, non dimenticherò mai il suo sguardo, era una belva”, disse.

Qualora la richiesta del pg venisse trasmessa a Brescia, la Corte deciderà se è ammissibile o meno. E lo stesso vale per l’istanza di revisione della difesa. E in caso sia giudicata ricevibile si aprirebbe un nuovo procedimento.

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