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Svolta nella cura del pancreas, primo autotrapianto al Cardarelli

Svolta nella cura del pancreas, primo autotrapianto al Cardarelli
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Svolta nella cura del pancreas, primo autotrapianto al Cardarelli. “L’importanza di questo autotrapianto è aver messo a punto tutta la metodica affinché tutti i pazienti che vengono resecati di pancreas possono non diventare diabetici”. Così Carlo Molino, direttore dell’unità operativa complessa di Chirurgia 1 dell’Aorn Cardarelli, a margine del convegno in corso nell’aula Moriello del nosocomio partenopeo sul trapianto di isole di Langerhans.

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“L’importanza superiore – spiega Molino – è che dall’autotrapianto possiamo passare all’allotrapianto, metodica che permette di trapiantare isole di Langerhans da donatore cadavere e permette ai pazienti malati di diabete di tipo 1, e cioè insulino dipendenti, di non esserlo più. Le cellule vanno infuse nella vena porta annidandosi nel fegato e iniziano a produrre insulina”.

Per la Campania si tratta del primo trapianto di questo tipo e lo stesso Molino spera che “sia l’inizio di tanti auto e allotrapianti per dare una speranza e per essere noi, che in Campania non siamo certamente gli ultimi in sanità in Italia, all’avanguardia per questo tipo di trattamento. A 15 giorni dall’operazione, la paziente – conclude Molino – sta benissimo”.

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