Home Attualità e Società Tagli all’assistenza psichiatrica, protesta per i licenziamenti nelle cooperative del territorio

Tagli all’assistenza psichiatrica, protesta per i licenziamenti nelle cooperative del territorio

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“Siamo con l’acqua alla gola”. Esordisce così il comitato operatori psichiatrici dell’Asl Napoli 2 Nord, che comprende il territorio che va da Sant’Antimo fino a Varcaturo. Enormi le difficoltà in cui versano le tante cooperative che operano nella zona ed i tagli, da parte dell’amministrazione sanitaria e della Regione, sono stati netti e trasversali.

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Da oltre 20 anni il servizio è gestito da operatori e da cooperative in appalto che, dopo la legge Basaglia, hanno lavorato per ridare dignità ai pazienti. Ma la bufera parte con il decreto 5, che rimodula la psichiatria sul territorio. Delle cinque strutture esistenti, ben quattro saranno chiuse ed i posti letto passeranno da 40 a 20 per i residenziali e da 60 a 20 per i semiresidenziali. Insomma difficoltà che hanno già provocato decine di licenziamenti del servizio psichiatria e annunci futuri di taglio al personale. “Con il nuovo decreto Lorenzin, l’Operatore Socio Sanitario è elevato a figura sanitaria quindi può somministrare terapia intramuscolare, naturale e sottocutanea. Il decreto 5 oltre a prevedere un drastico taglio di posti per utenti prevede anche un cambio di figure non offrendo agli operatori nulla, nessun appiglio nessun futuro” sottolineano gli operatori. 

Insomma un taglio che costerà 40 licenziamenti, 4 sir chiuse di proprietà dell’Asl, 1 centro diurno chiuso, cucine costrette a chiudere insieme ai laboratori e le iniziative di integrazione sul territorio. Tutto cessato.

I lavoratori rimasti sono pochi, ma proseguono il loro servizio che prevede turni dimezzati da 36 a 12 ore settimanali  con conseguente e proporzionale riduzione dello stipendio. Sul piede di guerra i lavoratori hanno giurato che sono pronti a qualsiasi forma di protesta.

Si mobilitano anche i sindacati. Cgil, Fials, Uil  e il Collettivo operatori psichiatria di Giugliano chiedono all’Asl il mantenimento dei livelli occupazionali e assistenziali: ”Se in un territorio vi sono ad oggi 40 residenti, pretendere che il livello d’assistenza rimanga invariato. Stessa cosa anche per quanto concerne i semi-residenti. Ma soprattutto di attuare ciò che prevede la legge ovvero la proporzione 1 operatore 5 pazienti e non 1 a 10 come si vuole riprodurre nelle strutture con contratti vergognosi di 14 ore settimanali” dichiarano esasperati. Poi rincarano la dose: “Chiediamo dignità nei CCNL con contratti non inferiori alle 36 ore per permettere alle unità coinvolte di poter portare avanti la famiglia, e non contratti vergognosi come quelli previsti dalla proporzione del dec. 5 e del bando”. 

Del caso se n’è occupato anche la politica con interrogazioni regionali presentate dai consiglieri delle diverse forze politiche.

 

 

 

 

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