L’impianto di due protesi acustiche di nuova generazione segna un salto tecnologico nella cura della sordità. E’ accaduto qualche giorno fa all’Ospedale San Paolo di Napoli: si tratta di un intervento innovativo che ha permesso l’impianto di nuove protesi acustiche, migliorando così la cura dell’ipoacusia rispetto al passato.
Che cos’è l’ipoacusia
L’ipoacusia è la riduzione o perdita della capacità uditiva, che può variare da lieve a grave. Può comportare nel tempo un peggioramento della qualità di vita del paziente che ne soffre, influenzando la comunicazione e le relazioni sociali. Secondo l’OMS interessa oltre 7 milioni di italiani. Inoltre, secondo le statistiche, un adulto con più di 55 anni su due che ha problemi di udito tende a non affrontare subito il problema, posticipandolo negli anni e rischiando dunque di peggiorarlo.
Un salto tecnologico per la cura dell’ipoacusia, l’intervento innovativo all’Ospedale San Paolo
Nell’Unità Operativa Complessa di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale San Paolo dell’ASL Napoli 1 Centro è stato realizzato l’impianto di due protesi acustiche di nuova generazione a due pazienti diversi. Questo intervento segna un importante innovazione nella cura dell’ipoacusia. In passato, l’equipe del San Paolo utilizzava gli impianti acustici “Baha”, che venivano inseriti nell’osso dietro l’orecchio e trasmettevano il suono attraverso le ossa del cranio. Questi dispositivi offrivano benefici buoni, ma limitanti in termini di qualità sonora percepita dai pazienti. Per questi motivi, l’ospedale ha introdotto il sistema “Osia”, un impianto acustico di nuova generazione che offre una qualità sonora migliore. Con questo nuovo sistema sono già stati trattati due pazienti al San Paolo, con un intervento in day surgery.
Il nuovo sistema acustico di ultima generazione
Il sistema “Osia” è una tecnologia più efficace rispetto ai precedenti sistemi. In questo caso la nuova tecnologia trasforma il suono in vibrazioni trasmesse direttamente all’osso. In questo modo, la trasmissione del suono è più potente, precisa e nitida. Il sistema “Osia” sviluppa prestazioni acustiche superiori anche per pazienti con ipoacusia medio-grave. Stimola direttamente l’osso senza l’attenuazione del segnale da parte della pelle, quindi la qualità del suono è più naturale rispetto ai vecchi sistemi di conduzione. La batteria è facilmente sostituibile perché utilizza quella usa e getta del processore esterno, mentre la parte interna resta stabile. Inoltre, le componenti del sistema non attraversano le pelle, riducendo il rischio di infezioni. E’ infatti ideale per pazienti che non possono adottare protesi tradizionali, come in caso di infezioni croniche, malformazioni o pregressi interventi. Il processore è sottile e si applica magneticamente dietro l’orecchio. Infine, è compatibile con dispositivi wireless come lo smartphone e accessori Bluetooth.
Un traguardo per la sanità campana
L’introduzione del sistema “Osia” segna un traguardo importante per la sanità del Sud.
“L’iniziativa segna un traguardo significativo per lo sviluppo delle tecnologie uditive impiantabili nel Sud Italia ed è stata resa possibile grazie all’impegno della direzione strategica dell’ASL Napoli 1 Centro, il cui sostegno ha giocato un ruolo decisivo nella realizzazione di questo progresso” spiega Giuseppe Panetti, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale San Paolo di Napoli. “Il sistema Osia rappresenta oggi una delle soluzioni più avanzate nel campo della riabilitazione uditiva per pazienti non candidabili all’uso di protesi convenzionali. Grazie alla sua tecnologia attiva, offre prestazioni elevate, discrezione estetica e connettività moderna, contribuendo in modo concreto al miglioramento della qualità di vita dei pazienti”.