Home Cronaca Tentata estorsione all’agenzia funebre, assolti i ras di Pianura

Tentata estorsione all’agenzia funebre, assolti i ras di Pianura

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Per l’accusa avrebbero tentato l’estorsione al titolare di un’agenzia di pratiche auto a Pianura. Con queste accuse nel luglio scorso era stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a tre giovani del gruppo Esposito-Calone-Marsicano di Pianura: si tratta di Carlo Pulicati, Francesco Marfella e Christian Titas. Per i tre la pesante accusa di tentata estorsione aggravata perché perpetrata per favorire un’organizzazione camorristica. Secondo la ricostruzione effettuata dai carabinieri il commando avrebbe agito minacciando il titolare dell’agenzia impugnando una pistola. Questa mattina le accuse nei loro confronti sono tutte cadute: i tre sono stati infatti assolti per non aver commesso il fatto. La decisione è stata presa dal tribunale di Napoli (IV sezione) che ha accolto in pieno le argomentazioni dei legali dei tre giovani, gli avvocati Gandolfo Geraci, Gennaro Pecoraro, Gianluca Sperandeo e Raffaele Minieri. Il pubblico ministero aveva chiesto per i tre imputati cinque anni a testa. E invece in dibattimento la presunta vittima del tentativo di estorsione ha dichiarato di non essere più certo della identificazione smentendo quanto denunziato, circostanza questa che ha portato all’assoluzione dei tre.

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LE MANI SUI FUNERALI A PIANURA

Marfella e Titas erano già stati arrestati con l’accusa di estorsione aggravata per aver preteso il pagamento di una tangente ad un imprenditore nel campo delle pompe funebri. Secondo quanto ricostruito allora dalle indagini, i fermati, agli inizi del mese di ottobre 2022, si sarebbero presentati ripetutamente presso l’abitazione di un 48enne, imprenditore nel settore funerario di Pianura e, minacciandolo di morte con un’arma da fuoco, hanno preteso da lui il pagamento immediato di 2mila euro ed il successivo versamento della tassa mensile di 3mila euro. Uno di loro, invece, poiché sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, ribadiva la pretesa estorsiva mediante una videochiamata alla vittima.

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