Home Cronaca Tentata estorsione per il gruppo delle Salicelle, scarcerato uomo del clan

Tentata estorsione per il gruppo delle Salicelle, scarcerato uomo del clan

Tentata estorsione per il gruppo delle Salicelle, scarcerato uomo del clan
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Tentata estorsione per il gruppo delle Salicelle, scarcerato uomo del clan.  Mercoledì scorso il Gup del Tribunale di Napoli, dottoressa Della Ragione, ha disposto la sostituzione della misura cautelare in carcere nei confronti del pluripregiudicato Antonio Marco Credentino, difeso dall’avvocato Dario Carmine Procentese, concedendogli gli arresti domiciliari. Nel marzo del 2021 veniva sottoposto a decreto di fermo emesso dalla direzione distrettuale antimafia, poiché gravemente indiziato del delitto di tentata estorsione aggravata dal metodo e dall’agevolazione mafiosa.

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In particolare, secondo la ricostruzione dell’organo inquirente, Credentino avrebbe provato a richiedere ad un imprenditore edile con modalità mafiosa, impegnato in un opera di ristrutturazione in Afragola, una somma di denaro di 2000 euro per il neo gruppo delle palazzine di Afragola che un tempo era il feudo del clan Barbato.

LE ACCUSE DEL PENTITO A CREDENTINO

All’esito del giudizio di primo grado, definito mediante giudizio abbreviato, il giudice, esclusa l’aggravante mafiosa sotto il profilo dell’agevolazione, dichiarava colpevole il Credentino e lo condannava alla pena di anni 3 mesi 6 di reclusione.

Ad irrobustire l’ipotesi investigativa dell’esistenza di un nuovo gruppo operante nel rione Salicelle di Afragola, anche le dichiarazioni di un neo-pentito Stofardo Lami il quale confermava non solo l’esistenza del gruppo criminale ma anche l’appartenenza del Credentino al clan.

Ed ancora, sulla esistenza di questo nuovo gruppo criminale, anche le intercettazioni a carico di Antonio Lucci, disposte dalla questura di Napoli nell’ambito di altro procedimento penale, il quale in ambientale dava atto della pericolosità del gruppo delle Salicelle e di quanto questo fosse oramai infiltrato in tutte le attivita’ illecite che un tempo erano ad appannaggio del clan Moccia.

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