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Terrore a Chiaia, minacce ai parcheggiatori abusivi da parte dei clan: “Lo Stato faccia vedere chi comanda”

Napoli, parcheggiatore abusivo minaccia automobilista
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Il quartiere di Chiaia è nel mirino dei clan che tentano di mettere le mani sul racket dei parcheggi abusivi minacciando gli addetti, anch’essi abusivi. L’ ultimo raid è avvenuto lo scorso 3 settembre alla Riviera di Chiaia.

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Le minacce al quartiere di Chiaia

Recentemente il quartiere di Chiaia pare essere nel mirino dei clan che, a colpi di mitra, minacciano gli addetti abusivi alla sosta per ottenere da essi il pizzo. L’ultimo episodio risale al 3 settembre scorso; circa dieci giorni fa infatti in quattro o cinque, in sella a moto di alta cilindrata, vanno su e giù, avanti e indietro ed hanno un mitra in bella mostra. Grazie alla ricostruzione della Dda di Napoli, sono stati individuati quattro dei cinque dei presunti responsabili materiali degli agguati e delle ronde criminali, è quindi ancora caccia al quinto complice.

Sono diversi gli episodi presi in esame: ci sono 4 stese consumate a luglio, tra via Cucca e vico Santa Maria della Neve; si spara ad altezza d’uomo contro porte e finestre, il 4, l’otto, il 16 e il 26 luglio, ma nessuno denuncia. L’obiettivo pare essere colpire i parcheggiatori abusivi che, nell’ottica camorristica, si ostinano a non versare il pizzo nelle mani dei nuovi boss.

Le parole di Francesco Emilio Borrelli

Europa Verde chiama in causa lo Stato e sottolinea: “Lo Stato faccia vedere ai clan chi comanda davvero. La gestione della sosta abusiva frutta ogni anno decine di milioni di euro ai clan“.
Francesco Emilio Borrelli dice poi: “Una situazione che sta gettando nel terrore un intero quartiere e che potrebbe estendersi anche altrove. Prima che persone innocenti possano essere vittime di pallottole vaganti, prima che ci scappi il morto, Questore e Prefetto devono adottare ogni misura possibile per fermare questa guerra di camorra“.
Lo Stato deve far vedere chi comanda e togliere ai clan ogni potere e strumento di sopraffazione e violenza. Indagini, arresti ma soprattutto certezza della pena” continua poi. “Questi episodi dimostrano anche quello che noi diciamo da tempo e cioè che l’attività abusiva della sosta frutta ogni anno decine di milioni di euro all’anno alla criminalità e che direttamente o indirettamente coinvolge i clan della camorra” conclude Borrelli sui racket.
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