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“Ti buttiamo la benzina sotto la porta, prendi fuoco insieme alla tua famiglia”, l’ultimatum a Notturno per il pentimento

L'ultima ordinanza contro il clan Raia è destinata a scuotere il mondo criminale di Scampia. Infatti gli arresti di Francesco Raia, Francesco Esposito, Tommaso Rusciano, Salvatore Russo e Salvatore Gemito sono stati possibili anche grazie alla collaborazione Raffaele Notturno e dalla denuncia dei suoi familiari minacciati. L'ex boss, conosciuto con il soprannome Mimì, già dallo scorso 18 ottobre, è stato ascoltato dai magistrati della Procura di Napoli in occasione di un interrogatorio preliminare all'inizio della sua collaborazione con la giustizia.  Mimì è il fratello di Enzo, detenuto al 41 bis, e di Gennaro, pentito dal settembre 2017, dunque si tratta di una voce di dentro del clan di Scampia. Infatti le sue rivelazioni avrebbero aiutato gli inquirenti a ricostruire la progressiva estromissione dalla gestione delle attività criminali dallo Chalet Baku imposta dai Raia: «Tutto è iniziato circa 5 anni fa, dopo che è stato ucciso mio figlio Nicola, e che, di seguito, sono usciti dal carcere Armandino Ciccarelli, Patrizio Raia ed infine poi Costantino Raia . Proprio quando è uscito Costantino “non si è capito niente più”. Si può dire che fino a che è uscito Costantino, la situazione era ancora “tranquilla”, ed ero ancora il capo dello Chalet Baku, ma con l’uscita di Costantino, come ho detto, lui e i suoi “si misero di faccia” contro di me. Un giorno Armando (mio cognato) mi ha bussato al citofono e mi disse che era uscito Costantino. Scesi, e trovai Costantino Raia, suo fratello Patrizio, il loro nipote e il cognato di Patrizio: mi dissero di farmi da parte, perché ormai comandavano loro. Parlavano in particolare Armando, Costantino e Patrizio dicendo “levati da mezzo, comandiamo noi”, pur dicendomi che “formalmente” stavano sotto a “Vettorio”, mio fratello Enzo Notturno, detenuto. Fino a quel momento ero io a gestire la piazza di spaccio del Baku, avevo i miei ragazzi che spacciavano vari tipi di sostanza, ma la piazza rendeva poco. Loro mi dissero di farmi da parte, di “parcheggiarmi”, pur senza impormi di andare via». "TI DO DUE ORE PER ANDARTENE" La notizia del pentimento di Raffaele Notturno si sarebbe diffusa già prima del primo suo interrogatorio rilasciato. Questa potrebbe essere, infatti, la ragione del violento episodio condotto dai esponenti degli esponenti del clan Raia arrestati ieri, tutti difesi dall'avvocato Dario Carmine Procentese.  Lo scorso 17 ottobre i familiari di Mimì sarebbero stati minacciati e costretti a lasciare le loro abitazioni situata tra i lotti T/A e T/B. L'ex moglie Mimì ha denunciato alle forze dell'ordine le parole che sarebbero state pronunciate da Rusciano: "Ti do due ore di tempo, se tra due ore non te ne vai ti buttiamo la benzina sotto la porta, ti facciamo prendere fuoco a te, a tua figlia e a tuo marito dentro casa .. .se non viene tuo marito ti facciamo saltare in aria con tutta la casa.. .se non viene prendo i tuoi suoceri e gli spariamo in testa, hai capito? Ti do due ore di tempo". Giunti sul posto i carabinieri constatavano che, effettivamente, fuori l’abitazione della famiglia Notturno c'era del liquido infiammabile, resti di una carta appena bruciata e alcuni frammenti di un’ogiva. 
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I contenuti dell’ultima ordinanza che ha colpito il clan Raia potrebbero scuotere il mondo criminale di Scampia. Infatti gli arresti di Francesco Raia, Francesco Esposito, Tommaso Rusciano, Salvatore Russo e Salvatore Gemito sono stati condotti anche grazie alla collaborazione di Raffaele Notturno e alla denuncia di uno dei suoi familiari. L’ex boss conosciuto con il soprannome Mimì, già dallo scorso 18 ottobre, è stato ascoltato dai magistrati della Procura di Napoli in occasione di un interrogatorio preliminare alla sua collaborazione con la giustizia.

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CHI E’ MIMI’ NOTTURNO

Raffaele è il fratello di Enzo, boss detenuto al 41 bis, e di Gennaro, pentito dal settembre 2017, dunque si tratta di un’autorevole voce di dentro del clan scissionista. Inoltre Mimì è il padre di Nicola Notturno, ucciso dai killer nel settembre 2017 in via Ghisleri, e zio del 19enne Nicola che è stato ferito in un agguato risalente allo scorso ottobre. Proprio questa inchiesta contro i Raia fa parte di un filone d’indagine partito dopo l’agguato del giovanissimo Notturno.

“DEVI PARCHEGGIARTI”

Dunque le rivelazioni di Mimì avrebbero aiutato gli inquirenti a ricostruire la sua progressiva estromissione dalla gestione criminale dello Chalet Baku imposta dal gruppo Raia: «Tutto è iniziato circa 5 anni fa, dopo che è stato ucciso mio figlio Nicola, e che, di seguito, sono usciti dal carcere Armandino Ciccarelli, Patrizio Raia ed infine poi Costantino Raia. Proprio quando è uscito Costantino “non si è capito niente più”. Si può dire che fino a che è uscito Costantino, la situazione era ancora “tranquilla”, ed ero ancora il capo dello Chalet Baku, ma con l’uscita di Costantino, come ho detto, lui e i suoi “si misero di faccia” contro di me. Un giorno Armando (mio cognato) mi ha bussato al citofono e mi disse che era uscito Costantino. Scesi, e trovai Costantino Raia, suo fratello Patrizio, il loro nipote e il cognato di Patrizio: mi dissero di farmi da parte, perché ormai comandavano loro. Parlavano in particolare Armando, Costantino e Patrizio dicendo “levati da mezzo, comandiamo noi”, pur dicendomi che “formalmente” stavano sotto a “Vettorio”, mio fratello Enzo Notturno, detenuto. Fino a quel momento ero io a gestire la piazza di spaccio del Baku, avevo i miei ragazzi che spacciavano vari tipi di sostanza, ma la piazza rendeva poco. Loro mi dissero di farmi da parte, di “parcheggiarmi”, pur senza impormi di andare via». Queste rivelazioni sono contenute nell’ordinanza firmata dal gip del Tribunale di Napoli, Gabriella Lagozzo.

“TI DO DUE ORE PER ANDARTENE”

La notizia del pentimento di Raffaele Notturno si sarebbe diffusa già prima del primo suo interrogatorio preliminare. Questa potrebbe essere, infatti, la ragione del violento episodio condotto dagli affiliati dei Raia arrestati ieri, tutti difesi dall’avvocato Dario Carmine Procentese.

Lo scorso 17 ottobre i familiari di Mimì sarebbero stati minacciati e costretti a lasciare le loro abitazioni situate tra i lotti T/A e T/B. L’ex moglie di Raffaele Notturno ha denunciato alle forze dell’ordine le intimidazione che avrebbe ricevuto da Rusciano: “Ti do due ore di tempo, se tra due ore non te ne vai ti buttiamo la benzina sotto la porta, ti facciamo prendere fuoco a te, a tua figlia e a tuo marito dentro casa .. .se non viene tuo marito ti facciamo saltare in aria con tutta la casa.. .se non viene prendo i tuoi suoceri e gli spariamo in testa, hai capito? Ti do due ore di tempo“.

Giunti sul posto i carabinieri constatavano che, effettivamente, fuori l’abitazione della famiglia Notturno c’era del liquido infiammabile, resti di una carta appena bruciata e alcuni frammenti di un’ogiva.

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