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Trovata la pistola di Matteo Messina Denaro, rilievi per verificare se utilizzata in omicidi e agguati

Trovata la pistola di Matteo Messina Denaro, rilievi per verificare se utilizzata in omicidi e agguati
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I carabinieri hanno setacciato le zone afferenti al vicolo San Vito a Campobello di Mazara, lì, dove era collocato l’ultimo rifugio del Boss Matteo Messina Denaro, hanno fatto una scoperta interessante.

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Scoperto il covo di Matteo Messina Denaro

Nel covo di via Cb31, rinominato in vicolo San Vito, a Campobello di Mazara, i carabinieri hanno conosciuto l’ultimo rifugio del Boss Matteo Messina Denaro e i suoi illeciti ‘tesori’. I carabinieri hanno infatti trovato una pistola revolver “Smith & Wesson” calibro 38 special, completa di 5 cartucce. Le forze dell’ordine hanno reperito l’arma durante una perquisizione. Insieme alla pistola a casa del capomafia i carabinieri hanno anche ritrovato 20 cartucce coordinate alla pistola dello stesso calibro. Le guardie hanno poi consegnato la pistola al Ris al fine di condurre una serie di indagini per comprendere se l’arma ha avuto parte ad alcuni degli omicidi contestati al boss. Questa era carica e occultata in un sottofondo di un mobile della cucina del boss.

Ecco chi è il famigerato boss e cosa ha fatto 

Matteo Messina Denaro è conosciuto per essere il boss di Cosa Nostra. Il suo arresto è avvenuto il 16 gennaio dopo ben 30 anni di latitanza. Il mafioso è accusato di una decina di omicidi. Di alcuni di questi risulta essere il mandante mentre di altri lo spietato esecutore. Pare che egli sia quindi la chiave per svelare una serie di misfatti. Tra questi è considerata anche l’uccisione dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Il delitto più feroce eseguito dal boss

Una serie di opinioni, non per sminuire gli altri delitti, considerano però che senza alcun ombra di dubbio l’omicidio più gravoso e barbarico attribuibile con certezza al boss Matteo Messina Denaro sia quello avvenuto ai danni di Giuseppe Di Matteo. La vittima aveva soltanto 12 anni ed era il figlio di un mafioso pentito. Dinnanzi quindi al disonore dell’alleato Matteo Messina Denaro fece rapire il ragazzino. Dopo due anni di prigionia venne strangolato e il suo corpo fu sciolto nell’acido. I dettagli dell’omicidio furono raccontati da uno dei suoi esecutori: Vincenzo Chiodo, durante il processo a suo carico.

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